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MAKING MOVIESAL CINEMA
Sex Education
Laurie Nunn, Kate Herron, Ben Taylor
2019  (Netflix)
SERIE TV
all MAKING MOVIES
21/02/2019
Laurie Nunn, Kate Herron, Ben Taylor
Sex Education
Netflix sa dove e come colpire. Con giovani dalla vita sessuale precoce, con un'educazione al sesso che manca e la pornografia che impera riportando false ed esagerate prestazioni, il senso di disagio non può che aumentare.

Come rapportarsi all'altro sesso o semplicemente al sesso?
Come spiegarlo e viverlo al meglio?
Strano ma vero, a rispondere a domande e risolvere ansie, ci pensa un 17enne.
Strano ma vero, ce lo spiega questo 17enne che è vergine, e non ha nemmeno mai eiaculato.
Strano davvero, perché Otis vive circondato dal sesso, con una casa che sembra uscita dalla mente di una studiosa ninfomane, una madre che vive liberamente -e rumorosamente- il suo sesso, offrendo consulti e consigli in qualità di terapeuta.
Ovvio che un figlio in piena età adolescenziale ne esca sconvolto, meno ovvio ritrovarselo più maturo e adulto rispetto ai compagni, capace di aiutarli e sostenerli.
A dare vita a questo consultorio sui generis, è Maeve, la ragazza ribelle e punk di turno, da tutti temuta, da tutti derisa, che vede in Otis un amico, ma anche una possibilità di guadagno. Completano il quadro il bullo che si scopre avere il cuore d'oro, l'amico gay e la sua fatica nel sentirsi accettato, le amiche arpie e quella ingenua e sfruttata.
Netflix sa dove e come colpire, si diceva, così in una sola serie dalle pretese teen, condensa il meglio di altre serie teen, con amicizie speciali, momenti forti, amori ovviamente contrastati e quei genitori che si ritagliano il loro posto, rendendola così capace di parlare a tutte le età.
Un po' Big Mouth -ma meno sconcia-, un po' Atypical -ma senza la tematica dell'autismo- e con una punta di Shameless  nel finale, un po' qualunque serie che ha al suo interno il triangolo d'amore e l'amicizia in pericolo, un po' semplicemente Sex Education, che tra una festa alcolica, un ballo scolastico e la scelta del college, parla di aborto, di accettazione ma anche di rimming e scissoring.
Certo, qualche dubbio nel giocare facile c'è. Inizialmente Eric sembra il classico personaggio macchietta, la spalla comica esagerata in tutto, ma basta l'episodio 5 per togliere ogni dubbio. Certo, si gioca facile anche con il femminismo, ma all'urlo di "It's my vagina" la scrittura mette tutti a tacere.
Non sarà un qualcosa di nuovo e diverso nelle tematiche che vuole affrontare, ma le affronta con una leggerezza diversa, un po' come l'ambientazione che sembra uscita dritta dritta dagli anni '80 ma in cui trovano posto i social e i siti porno di oggi.
Il cast aiuta ad innamorarsene facilmente, tra un Asa Butterfield cresciuto bene, la nuova Margot Robbie, Emma Mackey, e Gillian Anderson con il suo forte accento british che continua a trasudare sensualità.
Mettici poi una colonna sonora perfetta che comprende chicche dal passato con Cure e Psychedelic Furs e curata poi da Ezra Furman -presente anche al ballo scolastico- e allora sì, sai che anche se copia e niente di nuovo inventa, Netflix sa dove e come colpire.