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REVIEWSLE RECENSIONI
20/02/2018
I'm With Her
See You Around
Difficile che delle canzoni suonino così sincere nei contenuti, così pure negli intenti, e al contempo così cesellate e curate nella forma. Una gioia per le orecchie e per il cuore, uno dei dischi di americana più emozionanti degli ultimi anni.

C’è voluto qualche anno perché il progetto I’m With Her si perfezionasse e prendesse la forma voluta, cioè quella di un vero e proprio disco. Aoife O’Donovan, Sara Watkins e Sarah Jarosz si frequentano artisticamente da sempre, facendo parte di quella grande famiglia che ruota intorno al movimento progressive bluegrass, ma hanno iniziare a suonare insieme sotto l’egida I’m With Her solo dal 2014. All’inizio è stata una collaborazione estemporanea, qualche singolo e qualche concerto insieme. Poi, lentamente l’idea ha preso piede, e oggi, finalmente, è divenuta realtà.

Le I’m With Her, la precisazione è dovuta per chi è a digiuno di roots americano, è quello che si suole definire il classico super-gruppo. La violinista e cantante Sara Watkins, infatti, appartiene alla scuderia di Chris Thile, con il quale condivide la line up dei Nickel Creek, ma ha alle spalle anche una notevole carriera solista (bellissimo il suo recente Young In All The Wrong Ways del 2016) e ha suonato un po’ con tutti (Jackson Browne, Tift Merritt, Fiona Apple, etc), avendo nomea di brillante sessionista. La mandolinista e cantante Sarah Jarosz, anche lei legata a Chris Thile e ai suoi Punch Brothers, è considerata una dei maggiori interpreti del genere, ha all’attivo quattro album solisti, tre dei quali arrivati alla prima piazza delle classifiche bluegrass, e due Grammy Awards vinti. E per finire, la cantante e chitarrista Aoife O’Donovan è la leader dei Crooked Still, fa parte del trio femminile folk-noir delle Sometymes Why, e ha accompagnato in tour decine di artisti, tra cui The Lone Bellow, Punch Brothers e Milk Carton Kids.

La prima cosa che sorprende in See You Around è che le dodici canzoni che compongono la scaletta sono figlie di una straordinaria omogeneità stilistica: difficile dire chi ha composto cosa, perché non siamo di fronte a un forzato assemblaggio di brani scartati dalle rispettive carriere soliste, ma a un filotto di composizioni che palesano un’unita d’intenti davvero inusuale. E’ come se queste tre ragazze, imparentate da frequentazioni artistiche e dalle stesse passioni musicali, suonassero insieme da una vita. See You Around sembra, infatti, il disco della maturità di una band rodata da un decennio di collaborazione, tanto risulta convincente, centrato e ispirato.

Il disco, prodotto da Ethan Johns (Laura Marling, The Vaccines, Tom Jones, Paul McCartney, etc) e registrato a Box, in Inghilterra, presso Real World Studios, scorre come un grande fiume acustico in cui confluiscono le esperienze e le passione delle tre songwriter: canzoni suonate in punta di plettro, in cui la tecnica, sempre sopraffina, è però messa al servizio di un cuore immenso. Strumenti tradizionali (chitarra, mandolino, violino e ukulele) e tre voci che giocano con le diverse tonalità e che si sovrappongono, si rincorrono e si abbracciano in un interplay di precisione certosina.

Il risultato è un'opera di eterea bellezza e di artigianale fattura, che rievoca i fasti di Laurel Canyon (nella bellissima title track sembra di ascoltare dei CS&N che indossano le gonna, mentre in Pangaea è difficile non pensare alla Joni Mitchell di Blue), che ordisce complesse trame progressive bluegrass sublimate nella perfezione di Game To Lose (il rimando, in questo caso, è ai Nickel Creek e ai Punch Brothers), che esalta la caratura tecnica del trio nel divertissement tradizionale di Waitsfield, e che si screzia di delicate sfumature pop nella soavità malinconica di Crescent City.

See You Around, in definitiva, scrive con freschezza una pagina moderna di acoustic roots music, in cui le tre protagoniste, spogliate dai rispettivi successi personali, si mettono al servizio della visione comune con un’umiltà e una dedizione pressoché totali. Difficile che delle canzoni suonino così sincere nei contenuti, così pure negli intenti, e al contempo così cesellate e curate nella forma. Una gioia per le orecchie e per il cuore, uno dei dischi di americana più emozionanti degli ultimi anni.