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REVIEWSLE RECENSIONI
14/07/2022
Iconic
Second Skin
L'esordio degli Iconic, supergruppo composto da muscisti di nobile schiatta, che rispolvera con energia e tecnica cristallina le spezie che insaporivano l'hard rock anni '80.

Il supergruppo è quella figura mitologica che ha attraversato la storia del rock, decennio dopo decennio, con risultati altalenanti, A volte, il gusto per il divertimento, la volontà di uscire dalla propria confort zone per tentare altre strade, più spesso, per motivi di opportunità, progetti di natura squisitamente commerciale, che hanno lasciato il tempo che hanno trovato per pochezza di ispirazione e forza espressiva. Ce n’è per tutti i gusti insomma, anche per chi ha la bocca buona e poche pretese.

Ultima, in ordine di apparizione, è la creatura, plasmata da Frontiers, che porta il nome di Iconic, band dal nobilissimo pedigree, che annovera tra le sue fila alcuni autentici eroi della scena metal e hard rock: Michael Sweet (Stryper) alla chitarra e alla voce, Joel Hoekstra (Whitesnake) alla chitarra, Marco Mendoza (Thin Lizzy, Twisted Sister, Black Star Riders) al basso, Tommy Aldridge (Whitesnake, Ozzy Osbourne) alla batteria e Nathan James alla voce.

Considerato il background dei singoli musicisti, è logico che l'album possieda una clamorosa aura anni '80, corroborata, oltretutto, dal fatto che la voce di James suoni vagamente come quella di David Coverdale, il che potrebbe essere anche il motivo per cui alcuni componenti si siano sentiti a loro agio nel suonare queste undici, pimpantissime canzoni. D’altra parte, avere nello stesso progetto artisti di cotanta caratura, trasmette a Second Skin un livello qualitativo che abbraccia tutti gli aspetti del disco, dall’ispirazione per le composizioni allo straordinario approccio tecnico, con cui il quintetto fa propria ogni singola canzone della scaletta. Non è un caso, quindi, che l’album rappresenti l’essenza stessa della storia dei suoi cinque protagonisti e sia un disco ricco di irresistibili riff, assoli folgoranti e, come da copione, anche di ritornelli orecchiabile e di facile presa.  

Second Skin si apre con una bomba NWOBHM che porta il nome di "Fast As You Can" in cui Sweet e James intrecciano abilmente la loro voci attorno a una linea di batteria adrenalinica e riff di chitarra potentissimo, prima che parta un duello da pelle d’oca, lungo e intricato, fra le sei corde di Sweet e Hoekstra. "Ready for Your Love" è un’altra straordinaria traccia dalla forte influenza'80, con un cambio tempo vertiginoso a metà brano, assolo di hammond in odore Deep Purple e uno di chitarra da lasciare a bocca aperta, mentre "Second Skin", incarna perfettamente il mood innodico di queste canzoni dal ritornello irresistibile e mette l’accento sulla consueta performance tecnica dei cinque fenomeni.

Ci sono anche momenti più intimi, come "All I Need" e "Worlds Apart", due power ballad che tradiscono forse un eccesso di miele, nonostante le belle melodie. Ma sono due episodi in un contesto di corse a cento all’ora. "Nowhere to Run", "All About" e "This Way", spaccano alla grande, con quei riff rocciosi, gli assoli che tolgono il fiato e una sezione ritmica che non fa prigionieri, precisa e martellante.

Second Skin è senza dubbio una raccolta di canzoni di prim'ordine forgiate nel metallo da musicisti che sanno il fatto loro, complice anche l’incredibile esperienza e il fulgido passato. Retrò, certo, ispiratissimo agli anni ’80 (qui i fan dei Whitesnake faranno festa), ma lontano da certi stereotipi di genere e attraversato da genuino entusiasmo. Una vivace combinazione di vintage e modernità, che farà godere gli appassionati di vecchia data, come il sottoscritto, ma anche le nuove generazioni, che sanno ancora eccitarsi per il potere corroborante delle chitarre elettriche.