“Canzoni Nella Notte”, un esordio sorprendente che arriva dopo un percorso e diversi album con i Jenny's Joke. Un approccio personale alla canzone d'autore che non rinuncia alle radici alternative, a fare sentire le chitarre, i synth, insomma, alla centralità del suono.
Dai Jenny's Joke a RosGos. Quale è stato il percorso che ti ha portato all'esordio solista?
Sostanzialmente due sono stati i motivi scatenanti. Da una parte un vuoto musicale generato dalla fine del progetto Jenny's Joke, dall’altra la necessità di dire qualcosa di mio, di personale, che ovviamente non poteva avere spazio in un progetto allargato come i Jenny's. RosGos non è nato nel 2018 ma almeno 10 anni fa, ad uso mio personale. Qualche demo privatissima e qualche live, pochissimi. Non avevo necessità di altro. Poi nel 2017 ho capito che una vita senza far musica è comunque una vita più povera e quindi ho aperto il cassetto dove custodivo alcune bozze di canzoni e con amici fidatissimi gli ho dato corpo e voce. Mi sono rinchiuso in uno studio di registrazione ed in tre mesi, faticosi, è nato "Canzoni nella notte". Per me il progetto finiva lì. Ma facendolo girare in ascolto a varie etichette discografiche ho capito che ad alcuni piaceva e allora perché non pensare ad una vera e propria pubblicazione? Ecco quindi arrivare le preziose collaborazioni con New Model Label, Tikka Music e Melaverde Records. Etichette e soprattutto persone che hanno creduto in questo piccolo progetto e che mi hanno sostenuto fin dall'inizio.
Che differenze trovi nella scena alternative italiana dei primi 2000 e di oggi?
Differenze enormi. Sotto ogni punto di vista. Differenze sia di natura artistica che di fruizione. Anni fa ci si trovava in una sala prove e nascevano le canzoni attraverso jam infinite. Era bello e importante perché l'unione sembrava rafforzarsi ogni volta. C'era un maggiore scambio di idee. L'arrangiamento era un frutto creato nota per nota, suono per suono. Ora l'idea si invia con WeTransfer e ci si parla con whatsapp. Le canzoni nascono ugualmente ma non è la stessa cosa: manca lo scambio delle emozioni dal vivo che sono spesso fondamentali. E la scena alternative, come tutte le altre scene, ha risentito di tutti questi cambiamenti. L'avvento massiccio di creazioni musicali al PC è stata a mio avviso la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ognuno si mette in cameretta dove nascono delle belle canzoni. Ma in perfetta solitudine. Ecco che viene a mancare uno scambio di idee, di emozioni, di sogni: tutto finisce in quella cameretta. I musicisti e gli addetti ai lavori si scambiano dei gran complimenti via social ma gli spazi per suonare latitano e spesso sono semi deserti. La tecnologia, che tutti noi ringraziamo perché ci ha facilitato in molti aspetti, ha però portato via il "fare gruppo", il senso di partecipazione, di scambio di idee e progetti. Musicalmente tra i primi anni 2000 ed ora c'è un abisso. Inutile dire che io preferisco la scena di 15 anni fa. Ma è solo una questione anagrafica. La musica cambia, è inevitabile. Ciò che mi preoccupa maggiormente non è la musica che continua il suo processo di modificazione ma è il modo in cui alla musica ci si approccia, soprattutto a livello fruitivo.
Nel tuo lavoro non disdegni melodie pop e la ricerca della canzone, a volte anche il singolo radiofonico. È una cosa cercata o semplicemente è successo?
Direi che è successo. Anche perché come dicevo poco sopra il mio disco nasce con un intento del tutto personale, senza scopo di pubblicazione, sopraggiunta in seguito. Anche con i Jenny's Joke, dove la ricerca dei suoni era un must, restava comunque una grande ricerca melodica, soprattutto nel cantato. Non sono quindi fuggito da quel pensiero, ma ho solo contornato le melodie con suoni più abbordabili, meno spigolosi, più tranquilli. La forma canzone fa parte del mio DNA e quindi non c'è stata alcuna ricerca ma ho semplicemente dato sfogo a quanto avevo da dire in quel momento. Ciò che cambia è l'arrangiamento. In un gruppo rock come i Jenny's dalle forti personalità artistiche e sonore si cercava di incastrare quelle di tutti, nel progetto RosGos ho dovuto incastrare solo le mie, seppur attingendo a piene mani dagli aiuti musicali di altre persone che ringrazio con tutto il cuore.
RosGos, come mai la scelta di questo nome e non di presentarti semplicemente come Maurizio Vaiani?
Maurizio Vaiani mi sapeva troppo di cantautore. Ed io non rappresento i cantautori. RosGos resta a tutti gli effetti un gruppo. È vero che le canzoni nascono da me, ma è altrettanto vero che poi vengono date in pasto ai miei amici musicisti che mi regalano soluzioni sonore e di arrangiamento fondamentali per capire la strada da prendere per ogni singola canzone. Ed è la parte che mi piace di più. Vedere la tua bozza trasformarsi in altro attraverso la visione musicale / emozionale che ogni musicista apporta è bellissimo e straordinario. Per chiarire l'origine del nome posso dire che nel mio dialetto cremasco / cremonese “rosgos” significa pettirosso. È un piccolo omaggio che voglio offrire a mio padre. Pochi giorni prima della sua scomparsa, mentre si facevano due chiacchiere nel giardino dell'ospedale, mi faceva notare che proprio vicino a noi si era posato un rosgos, “per farci compagnia”, mi disse. Un piccolo aneddoto ma che ho molto a cuore.
Con quale strumento nascono le tue canzoni?
Alla chitarra. Qualcuno tende a non crederci quando poi sente il cd ed il pianoforte la fa da padrone su tanti pezzi. Ma è proprio la trasformazione di cui parlavo prima che prende forma. La tua bozza nata alla chitarra si trasforma in altro, attraverso il pianoforte o un synth o un suono elettronico nato per caso.
Vedremo RosGos anche dal vivo?
Al momento no. Non fa parte dei miei sogni da coronare. In questa fase mi sto dedicando che enorme piacere a scrivere nuove canzoni. Ce ne sono una quindicina nel cassetto. Vorrei dare loro voce nel corso del 2019. Quella è la mia priorità. Poi vediamo se arriverà anche la necessità e la voglia personale di rimettermi su un palco. Al momento non c'è e quindi sarei falso agli occhi del pubblico. Sono in fase creativa: la nascita di nuovi figli ha la priorità su ogni cosa.