Non è semplice inquadrare la prima parte della carriera da regista del danese Thomas Vinterberg, insieme al più noto Lars Von Trier fondatore del Dogma 95, movimento di cui abbiamo già parlato in passato proprio in occasione di un altro commento al cinema di Vinterberg (vedi Le forze del destino).
Già il film d'esordio del Dogma, l'ottimo Festen, vide la critica non unanime, soprattutto in occasione di revisioni a posteriori rielaborate alla luce delle opere successive realizzate dal regista; in effetti il prematuro abbandono delle "regole" del Dogma condussero Vinterberg verso altri lidi che lo portarono a firmare l'incomprensibile e mediocre Le forze del destino per il quale in effetti il regista danese ha dato adito a più di un ragionevole dubbio, soprattutto a quello di trovarsi di fronte a un regista un po' perso, forse privo del talento tributatogli da qualcuno e un po' appannato dall'ombra del più incisivo Von Trier.
Nel 2007, a quasi dieci anni dal suo Festen, Vinterberg torna sul luogo del delitto con Riunione di famiglia che di Festen, in maniera diversa, riprende alcune dinamiche, tanto che il distributore italiano in locandina ci piazzò un bel Festen: il lato comico. In realtà non si può proprio dire che questo film sia la versione comica dell'illustre predecessore; certo, alcune dinamiche si ripetono, il tono qui è più leggero, anche nel rapporto tra padre e figlio che in Festen faceva deflagrare la riunione di famiglia.
L'operazione da parte di Vinterberg è furbetta, tutto ciò però non giustifica alcune critiche spietate ricevute dal film che, pur non essendo assolutamente necessario né memorabile rimane quantomeno piacevole, forse proprio nel nel gioco di paralleli e differenze con il parente più titolato.
Vinterberg torna in Danimarca, siamo in una piccola e accogliente cittadina. Qui vive Sebastian (Oliver Møller-Knauer), un bel ragazzo, alto, spalle larghe, con un pronunciato difetto di balbuzie dovuto al trauma legato alla prematura scomparsa del padre suicida. L'uomo, ubriacone e donnaiolo, si gettò sotto un treno fallendo il tentativo di ripensamento dell'ultimo secondo, da quel momento la madre di Sebastian, Marie (Karen-Lise Mynster) decise di proseguire la sua vita accanto a un'altra donna, il ragazzo è stato così cresciuto da due madri.
Nel giorno in cui si festeggia il 750° anniversario della fondazione del paesino dove Sebastian risiede viene invitato a fare da padrino ai festeggiamenti il suo più illustre cittadino, Hans Kristian Schmidt (Thomas Bo Larsen), un tenore di fama internazionale.
Ai preparativi per la festa partecipa anche Maria (Ronja Mannov Olesen), assunta nell'albergo dove si terrà il banchetto per fare le pulizie; la ragazza è una vecchia fiamma di Sebastian ora fidanzato con la bella Claudia (Helene Reingaard Neumann). Sebastian, che ha sempre voluto essere un uomo fedele per non emulare quel padre fedifrago, viene tentato da Marie, inoltre l'incontro con il celebre tenore scombussolerà tutte le sue certezze e le sue dinamiche familiari. Tutto conflagrerà, una volta ancora, durante un pranzo con molti invitati.
Per Riunione di famiglia Vinterberg non si attiene alle regole del Dogma, rispetto a Festen anche dal punto di vista formale ne esce un film più canonico ma non privo di segnali di stile, magari non tutti necessari e apprezzabili (la saturazione al seppiato di alcune sequenze, altri passaggi più bui e confusi che forse nelle intenzioni volevano richiamare proprio Festen) ma che tutto sommato non inficiano la godibilità dell'opera.
Il tono è più leggero, questo è fuor di dubbio e certamente voluto, anche qui c'è un conflitto padre/figlio nato da un atto segnante ma che non si può definire grave come quello che muoveva il dramma in Festen, ripugnante e perseguibile, qui l'atto del contendere è decisamente più leggero in quanto involontario, addirittura figlio di una doppia inconsapevolezza.
Senza rivelare troppo di ciò che in realtà è intuibile, si può dire che l'inconsapevolezza dei rapporti di parentela tra alcuni personaggi da parte di uno dei protagonisti dona quella giusta dose di freschezza alla narrazione tale da far sì che questa non risulti né noiosa né indigesta, lo spettatore poi è consapevole di star assistendo a una versione lieve (più che comica) della struttura di Festen della quale ritornano i rapporti padre/figlio, lo scandalo svelato in pubblico, il ritrovo in occasione della festa, il banchetto finale e altro ancora.
In effetti anche qualche tocco più ridanciano non manca come quello dello stralunato chef che non si intende facilmente con la sua squadra o i passaggi a opera del direttore dell'hotel sempre pronto a licenziare qualcuno (e alcuni segmenti sono forse stati scorciati nella versione italiana).
Nel complesso Riunione di famiglia risulta una commedia innocua ma gradevole, non certo un delitto contro l'arte del cinema come ai tempi qualche critico volle farci credere.