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MAKING MOVIESAL CINEMA
Ritratto della giovane in fiamme
Céline Sciamma
2019  (Lucky Red)
DRAMMATICO
all MAKING MOVIES
29/01/2020
Céline Sciamma
Ritratto della giovane in fiamme
Per avere un buon ritratto non serve solo avere un buon artista. Serve anche avere un buon soggetto, ma soprattutto, una buona storia da raccontare. Per avere un buon ritratto, si devono poi tenere conto di molti fattori.

La motivazione dell'artista
Cosa l'artista vuole dimostrare e rappresentare con il suo ritratto?
Quale amore, quale pretese può avere su quel ritratto?
Qui abbiamo una figlia che deve prendere il posto della sorella. Una donna che si deve sposare per adempiere compiti che non aveva sottoscritto, e che deve mandare il suo ritratto, la sua immagine, al futuro sposo.
Abbiamo un'amicizia, un amore, un'alleanza tutta al femminile, che poco a poco si crea, nel silenzio e nei lenti giorni in vista della partenza.
Mostrandoci un amore che non si può dimenticare e tre sfumature -facciamo anche quattro se contiamo una madre che bada alle apparenze- di donna: che sia indipendente, non compiacente, che sia sottomessa, che sia libera di fare le sue scelte, che sia pronta a pagare per queste scelte.

La luce
Di quello che si vuole mettere in luce -appunto- o lasciare in ombra.
Di quello che la luce può illuminare.
Il detto e non detto: la vera identità che viene tenuta nascosta, un amore che fatica a trovare la sua via, un matrimonio che non si vuole portare a termine. Un nascondersi che è anche un voler essere cercati.
E la luce di per sé che si staglia nel film, tra fiamme che sanno di passione, di sconforto, e un sole che acceca al risveglio, nello scendere lentamente nella natura di una spiaggia dove il mare non ha più barriere.

L'ambiente
Si deve poi preparare la scena, pensare agli oggetti che faranno parte del ritratto, il modo in cui interagiranno con il soggetto.
Gli abiti, semplici o lussuosi; la stanza, fredda ma calda grazie alle fiamme di un camino; la casa intera, quasi vuota, pronta ad essere abbandonata, lasciando che la natura -del mare, della spiaggia- la possa sopraffare.

La posa
Come il soggetto viene messo in posa.
Quali lati mostrare -ancora- ma anche che sensazione trasmettere.
Di bellezza senza tempo? Di eleganza fredda ed austera? Di complicità e passione?
Con uno specchio che posizionato nel modo giusto, restituisce un momento di perfezione, di amore.

Il soggetto
Conta il soggetto, quindi, di un ritratto.
Sempre.
Qui abbiamo due attrici (Adele Haenel, Noemi Merlant) che si studiano, bellezze particolari e forse fuori dal tempo che incarnano.
Conta anche per chi osa, per chi il soggetto di per sé sembra dimenticarlo a favore della tecnica.
Conta la storia che si vuole raccontare che qui è una storia femminile ma universale, una storia d'amore ma anche semplicemente -se semplicemente è il termine adatto- una storia di vita.

Céline Sciamma compone il suo ritratto andando di sottrazione e preferendo i coni d'ombra. Decidendo volta per volta cosa includere, cosa lasciar fuori.
Componendo ritratti che sono scene da tuffo al cuore, in cui la bellezza è quasi difficile da descrivere.
La tecnica supera però i contenuti, con una storia universale, sì, ma non così originale.
Con un finale che ricalca e che rende ancora più evidenti i parallelismi con Chiamami con il tuo nome e il mondo a sé che due innamorati possono creare.
Proprio nel finale la storia sembra riprendere il sopravvento a favore di quelle scene, di quei quadri che si erano andati a sommare, in cui tra le lacrime che una musica sa dare, si aggiungono inevitabilmente le nostre.


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