Se cercassi e volessi realizzare musica in questi anni nostri, potenzialmente vorrei farlo come i RIP, il duo composto da Pierpaolo Saccomandi e Raffaele Lombardo.
Certo è che per assemblare la loro miscela di IDM e pseudo cantautorato italiano, venato da una malinconia tarda adolescenziale e vibrazioni dance irresistibili, la mia età tenderebbe a mettermi fuorigioco ancor prima di iniziare (oltre al fatto che dovrei avere soprattutto il loro talento e la loro vocazione).
Ma lasciamo stare queste quisquiglie: il primo EP dei RIP, Chi prende le colpe, è per il sottoscritto una vera e propria bomba, sei pezzi che non sbagliano nulla: arrangiamenti avvolgenti, progressioni/regressioni ritmiche irresistibili, il filare mantrico delle parole, bpm e glitch centratissimi, la sensazione che i brani non dovrebbero mai concludersi, insomma tutto quello che vorrei fortemente nel pop italiano contemporaneo.
Dopo aver ascoltato in loop, dal giorno della sua pubblicazione il 7 marzo, i sei pezzi che compongono Chi prende le colpe, sei giorni dopo mi sono recato al release party dell’EP al Detune di Milano, dove un tempo dimorava l’indimenticabile Atomic Bar (e l’età torna a farsi sentire): il duo dietro alla console ha impiegato pochi secondi a scaldare l’ambiente, il pubblico ha iniziato immediatamente a muoversi e a cantare le canzoni mentre sulla parete scorreva a ripetizione il video girato per il brano “Io fotografo i miei amici”.
Per quanto sia iniziato poco dopo le 19, vi assicuro che la percezione di tutti all’interno del locale fosse di essere già a notte inoltrata.
Tranne un paio di brani che non ho riconosciuto, perché non inclusi in questa primo lavoro, tutto l’EP è stato presentato nel suo splendore ed è inutile sottolineare che il riscontro è stato più che positivo. Del resto la musica del duo è fatta per riecheggiare nei club, quelli ovviamente più intelligenti e appassionati come è appunto il Detune, dove tornerò presto e con piacere per un set acustico dei miei amati Ritmo Tribale.
Tirando le somme, non vedo l’ora di vedere i prossimi passi dei RIP, ancora dal vivo, ma soprattutto in studio per una ulteriore conferma delle loro indubbie capacità. Lunga vita, ragazzi.