Ci sono canzoni che respirano aria di libertà, che evocano sogni di capelli al vento, che creano un immaginario di fughe, di corse a perdifiato su decapottabili che puntano dritto l’orizzonte. Una di queste è, senza ombra di dubbio, Ride Like The Wind, primo singolo pubblicato da Christopher Cross, esordio dell’omonimo cantautore, pubblicato nel 1979. Un classico del soft rock, un best seller senza tempo, che nel 1981, vinse ben quattro Grammy (primato eguagliato solo di Billie Eilish nel 2020), tra i quali quello di disco dell’anno, togliendo la palma del migliore addirittura The Wall dei Pink Floyd.
La canzone, il cui testo è declinato in prima persona, racconta la storia di un fuorilegge pluriomicida condannato, che fugge in Messico per salvarsi dalla certa impiccagione, e quindi cavalca come il vento per oltrepassare il confine, in modo che chi lo insegue non possa più arrestarlo.
Il testo fu scritto da Cross mentre si trovava in Texas e stava viaggiando sulla strada che separava Houston da Austin, un tragitto che il musicista percorse completamente strafatto di LSD. Questa storia western, in cui il cattivo la fa franca, l’aveva in testa praticamente da sempre. Cross, infatti, era un appassionato di film e telefilm sul far west, che spesso raccontavano di fuorilegge in fuga inseguiti dallo sceriffo di turno. Il cantante, poi, viveva a San Antonio, città situata vicino al confine con il Messico, paese che nel suo immaginario di ragazzo possedeva il fascino conturbane di luogo di dissolutezza e di grandi sbornie, una sorta di zona franca su cui le autorità non avevano alcun potere.
Dal punto di vista musicale, la composizione nacque, come spesso accade, per caso, quando il giovane Cross e la sua band proponevano dal vivo Nineteen Hundred And Eighty Five, un brano dei Wings di Paul McCartney, che non riuscivano mai ad eseguire correttamente, eseguendo, nella parte centrale, sempre lo stesso errore. Ecco, quell’errore ripetuto divenne la base di partenza per Ride Like The Wind.
La canzone venne pubblicata come primo singolo dell’album, anche se la casa discografica avrebbe preferito rilasciare per prima Say You'll Be Mine. Fu il produttore di Cross, Michael Omartian, e a spingere per Ride Like The Wind. Ovviamente, ebbe ragione, e la canzone divenne un clamoroso successo, arrivando al secondo posto delle classifiche americane, battuta, successivamente da Sailing, che conquistò la prima piazza.
Nel brano, poi, è presente un cameo di Michael McDonald, corista degli degli Steely Dan, che era stato presentato a Cross dal produttore Omartian. I due si presero subito in simpatia, tanto che Christopher chiese a Michael di contribuire ai cori di I Really Don't Know Anymore. Poi, quando si accorse che a Ride Like The Wind mancava una voce per il controcanto, invitò nuovamente il suo nuovo amico a collaborare.
Del brano furono eseguite, nel tempo, diverse cover. Gli East Side Beat, nel 1991, ne fecero un remix dance, che arrivò terzo nelle classifiche inglesi, il trombettista jazz Freddie Hubbard diede il nome del brano a un suo disco del 1982, inserendo in scaletta una personale rilettura della canzone, la quale, a sorpresa, venne coverizzata, nel 1988, anche dalla heavy metal band dei Saxon.