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Ribelli all'angolo - Una storia dei Clash a cinque
Jacopo Ghilardotti
2019  (Arcana)
CARTA CANTA
all THE BOOKSTORE
02/01/2020
Jacopo Ghilardotti
Ribelli all'angolo - Una storia dei Clash a cinque
Ribelli all’angolo recupera e salva – letteralmente - una fetta di storia dei Clash dalla damnatio memoriae (meritata?)...

Jacopo Ghilardotti è un eroe. Voglio dire, chi se non un eroe o un pazzo furioso (che in fondo sono la stessa cosa) avrebbe il coraggio di scrivere, nel 2019, un libro di quasi 250 pagine sui Clash “a cinque” - quelli del vituperato Cut The Crap, per intenderci - uscendone pure bene, a tratti benissimo.

Pubblicato per i tipi di Arcana, Ribelli all’angolo – Una storia dei Clash a cinque è uno dei rarissimi libri italiani che vale la pena di leggere, persino se siete tra coloro a cui viene l’asma quando sentono parlare dei “Clash a cinque”. È assai ben scritto, cosa che di questi tempi è quasi un’utopia; è ben documentato, cosa che di questi tempi è un’utopia; è ben argomentato, cosa che di questi tempi è assai più di un’utopia.

Ghilardotti intreccia ricordi ed emozioni personali a una narrazione volutamente non lineare con un linguaggio ora diretto e coinvolgente, ora distaccato e critico, senza mai perdere di vista l’equilibrio necessario a maneggiare una materia che all’apparenza dovrebbe presentare pochi, pochissimi spunti di riflessione. E invece di spunti ce ne sono tantissimi, soprattutto sulla figura di Joe Strummer e, in misura appena minore, di Bernie Rhodes, entrambi responsabili, in modi diversi, del disastro che ha contraddistinto il biennio ’83-’85, ovvero dal licenziamento di Mick Jones (estate 1983) alla dissoluzione di un gruppo (autunno 1985) che non poteva definirsi tale e, men che meno, chiamarsi The Clash.

In realtà, come sottolinea Ghilardotti, le premesse per qualcosa di buono c’erano; valga, a dimostrazione di ciò, la discreta messe di brani inediti appartenenti al periodo oggetto della trattazione (tutti reperibili, con un po’ di pazienza, sul web). Segno che Strummer, benché orfano della maestria compositiva di Jones, era ancora fortemente determinato a portare avanti la baracca anche a costo di ripartire da zero, provando a recuperare lo spirito originario che aveva acceso la scintilla nel 1976. Insomma, una splendida utopia (parola che ricorre spesso), irrealizzabile per definizione, appunto.

Ribelli all’angolo recupera e salva – letteralmente - una fetta di storia dei Clash dalla damnatio memoriae (meritata?) e ci ricorda che, seppur rinnegata dagli stessi protagonisti e rimossa, quando non apertamente osteggiata, dai fan, la fase a cinque rimane parte integrante e non eludibile di quella stessa storia. “Quelli di Cut The Crap non sono i veri Clash” è uno dei tanti luoghi comuni che andrebbero messi in discussione o quantomeno approfonditi, e Ghilardotti lo fa con estrema perizia, cura e competenza, regalando ai fan un libro che non ho tema di definire necessario.


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