Questo post vuole essere esemplificativo di come quando si scriva a una casa editrice inviando correzioni, spesso non si abbia risposta dai destinatari (come se si fosse nella situazione esemplificata dalla canzone “Return to Sender” (di Winfield Scott e Otis Blackwell), successo di Elvis Presley del 1962, appunto).
QUOTE
Gentili Signori,
vi scrivo con riferimento al Vostro titolo “The Filth and The Fury”: libro e DVD, attribuito a Julien Temple ed edito nel 2009.
Preciso che non sono esattamente un adolescente e che tutte le considerazioni da me svolte trovano ampio e univoco sostengo documentale: audio e/o audiovisivo e/o scritto.
Incomincio con il libro, poiché le osservazioni sono più numerose e significative.
Il cinematografo citato genericamente dal Signor Philopat era il “Rivoli” di Milano. Non si trattava di rassegna pomeridiana, bensì per lo meno anche serale con i vari film a rotazione nell’ordine di programmazione.
Sebbene lo scritto attenga a Julien Temple, è a dir poco strano che il Signor Philopat non si ricordi di citare Punk Rock Movie di Don Letts: leggendario documentario (che vede partecipi anche i Sex Pistols), in Italia atteso per lo meno quanto The Great Rock ‘n’ Roll Swindle (rammento che i videoregistratori una qualche diffusione fra il pubblico in Italia cominciarono ad averla verso il 1982), ed unanimemente riconosciuto ancora oggi come il miglior documentario sul tema.
Lo stupido squarcio nello schermo me lo ricordo anche io, dopo alcune proiezioni (chissà cosa si aspettavano i tardivi e ingenui e poco informati punk italiani di allora).
Peggio è, però, inquadrare “God Save The Queen” (inizialmente intitolata “No Future”) come del 1977 e per di più accreditarla al solo John Lydon (Rotten): essa è nel repertorio della band sin dagli ultimi mesi del 1976 (dunque per tutto lo “Anarchy In The UK tour”) e gli autori sono more solito “Cook/Jones/Matlock/Rotten” (si consulti qualsiasi fonogramma che ne contenga una sua registrazione).
Inconcludente appare, poi, l’apparato di discografia: date improbabili, riferimenti ai produttori di fonogrammi (le dette volgarmente etichette) approssimativi, almeno un fonogramma importante non citato. Per praticità indico i titoli con le virgolette.
“Never Mind The Bollocks Here’s The Sex Pistols” non è pubblicato da Warner Bros. (licenziataria statunitense), ma da Virgin.
Nessuno dei singoli elencati ha indicato il produttore di fonogrammi (che sarebbe stato gradito almeno per i primi quattro, considerati gli unici fondamentali poiché riferiti all’esistenza del gruppo con John Lydon/Rotten come cantante). Comunque, “My Way” è il lato b di “No One Is Innocent” (nel formato 12 pollici intitolato “The Biggest Blow”) e non viceversa.
“Never Mind The Bollocks/Spunk” pubblicato nel 1996 (basta consultare il CD) è indicato come del 1977 (il che fra l’altro avrebbe significato una sua edizione certo non in CD per ovvii impedimenti tecnologici) e senza specificazione alcuna della sua consistenza: “Spunk-This Is Crap”, il secondo CD (invece sembra che “This Is Crap” sia il titolo alternativo per entrambi i CD), contiene registrazioni demo del 1977 e poi le “Chris Spedding Sessions” del 1976 (già uscite in forma di bootleg, originariamente vinile sette pollici con copertina).
“The Great Rock ‘n’ Roll Swindle” fu pubblicato nel 1979 (non nel 1980), e da Virgin (non da Warner Bros.). Inizialmente circolavano due versioni di questo album doppio (sempre riferimento al vinile).
Nessuna indicazione del contenuto di “Kiss This”, soprattutto nella versione digitale (uscì anche come doppio LP in vinile) con un CD aggiuntivo dal vivo; comunque pubblicato da Virgin (e non anche da EMI che poi acquisì il catalogo della prima, almeno inizialmente).
“Filthy Lucre Live” è pubblicato da Virgin (e non da Caroline).
Sarebbe stato utile spiegare che “Jubilee” è una sorta di condensato del cofanetto (triplo) dello stesso anno e privo di un titolo effettivo.
Incomprensibilmente non citato è “Spunk”: pubblicato in diverse configurazioni come “No Future UK” (questo perché il bootleg uscì in vinile con questo titolo in copertina e tre registrazioni in più: due “take” differenti di canzoni già presenti in “Spunk” e una versione di “No Fun”; mentre come “Spunk” almeno inizialmente la copertina era bianca e senza titolo oppure con il titolo realizzato a vernice con stencil) è stato oggetto di pubblicazione ufficiale nel 2006 (Castle/Sanctuary) con le tre canzoni che lo facevano divenire “No Future UK”.
“Spunk” di cui scrivo quindi non è identico allo “Spunk” commentato in precedenza
Poteva non essere sgradito citare anche “The Mini Album”, sebbene superato da successive uscite compilatorie.
Non comprendo la funzione dell’elenco, parziale, dei DVD che fra l’altro sconta il fatto che la pubblicazione in questo formato non rispetta le originarie date di pubblicazione (nemmeno in formato home video) per tutto quanto precede la tecnologia digital versatile disc.
Ancora una volta il riferimento sembra alle pubblicazioni statunitensi, non compare il fondamentale pre citato Punk Rock Movie e, davvero, eccetera.
Una bibliografia essenziale sarebbe stata gradita, a partire da “England’s Dreaming” di Jon (senza”h”) Savage, aggiungendoci almeno il “Sex Pistols File” di Ray Stevenson e il libro di Fred e Judy Vermorel “Sex Pistols”.
Rispetto al DVD, le approssimazioni nei sottotitoli raggiungono notevoli bassi quando “A&M Records” diviene “A&R Records”; il fatto che il traduttore non sappia che A&R significa “Artists and Repertoire” ovvero il dipartimento che si occupa entro una impresa di produzione fonografica della ricerca di artisti e successivamente alla loro scrittura (“messa sotto contratto”) di assisterli non è una scusante. Del resto, nel film “A&M Records” compare più volte: bastava dunque rivedere il film per accorgersene.
“God Save The Queen” diviene almeno una volta “Gos Save The Queen”: l’adiacenza su una tastiera delle lettere “d” ed “s” non giustifica l’errore.
Cordiali saluti.
UNQUOTE
Perché anche per “frustare un cavallo morto” (Flogging a Dead Horse, anyone?) occorre saper montare a cavallo.