Antonia Scott è speciale. Molto speciale. Non è una poliziotta né una criminologa. Non ha mai impugnato un'arma né portato un distintivo. Eppure ha risolto dozzine di casi. Ma è da tempo che non esce dalla sua soffitta a Lavapiés. Dotata di un'intelligenza straordinaria, è stanca di vivere: ciò che ha perso contava molto più di ciò che l'aspetta là fuori. Jon Gutiérrez, quarantatré anni, omosessuale, ispettore di polizia a Bilbao, è nei guai: su Internet circola un video in cui, nell'intento di aiutare una giovane prostituta, introduce nell'auto del suo protettore una dose di eroina sufficiente a mandarlo dritto in prigione. A farli conoscere è Mentor, la misteriosa figura a capo dell'unità spagnola di Regina Rossa: un programma segreto volto alla cattura di criminali di alto profilo in Europa. Così, loro malgrado, Antonia e Jon si trovano a collaborare a un caso spinoso: il cadavere di Álvaro Trueba, il figlio della presidentessa della banca più grande d'Europa, è stato ritrovato in una villa immacolata con un calice pieno di sangue in mano. La stessa notte, anche Carla Ortiz, figlia di uno dei più ricchi imprenditori del mondo, è scomparsa. Entrambe le famiglie hanno ricevuto una telefonata da un uomo che dice di chiamarsi Ezequiel, ma non vogliono rivelare i dettagli della conversazione avuta con lui: evidentemente, ci sono dei segreti così grandi da non poter essere sacrificati nemmeno in nome di un figlio. Chi è Ezequiel? Si tratta di uno psicopatico o dietro c'è qualcosa di più? Per Antonia e Jon scatta così una disperata corsa contro il tempo, tra false piste, pestate di piedi e trappole mortali, attraverso i meandri più oscuri di Madrid.
Primo volume di una trilogia, che è stata un autentico caso editoriale in Spagna, Regina Rossa ha fatto conoscere ai lettori italiani la figura di Juan Gomez-Jurado, uno di quegli scrittori che gli appassionati di noir non dovrebbero lasciarsi sfuggire. Un romanzo, questo, che, infatti, è il classico libro da cui è pressochè impossibile staccarsi, e che tiene incollati dalla prima all’ultima pagina, grazie a un grande ritmo, a una tensione palpabile e a un crescendo cadenzato da un susseguirsi inesausto di colpi di scena.
Questi, tuttavia, sono solo alcuni degli elementi che rendono la lettura del romanzo estremamente palpitante. Ciò che rende Regina Rossa una lettura di livello, non è solo la grande abilità dello scrittore spagnolo di creare un intreccio verosimile e congeniato come una bomba a orologeria. La differenza la fa, soprattutto, la prosa che, malgrado il genere non richieda particolari doti narrative, è, invece, decisamente ispirata, colorita e ricca di sfumature.
Gomez – Jurado è, infatti, capace di creare pathos e di pompare adrenalina, ma sa anche rallentare il ritmo per concedersi riflessioni profonde su temi quali la morte, la vecchiaia, la paura, la caducità della ricchezza e del potere di fronte all’essenza stessa dell’esistenza, in cui gli affetti, amore o amicizia che siano, valgono più di qualunque possesso materiale.
Senza dimenticarsi una pungente dose di ironia, attraverso la quale lo scrittore spagnolo alleggerisce il pathos, rendendo meno fosco lo svolgimento della trama, Gomez – Jurado dà, poi, vita a un pugno di personaggi vividi, fotografati in modo da coglierne forza e debolezza, grazie a un approfondimento psicologico che ne mette in luce l’umanità variopinta e sfaccettata.
Le quattrocentotrenta pagine circa si sviluppano, a tutti gli effetti, come una forsennata corsa contro il tempo, dando vita a una battaglia contro il male e l’inganno, che si concluderà in un cruento redde rationem nei sotterranei più oscuri e sordidi di Madrid.
Consigliatissimo.