Un trio romano che arriva al debutto con un Ep di 5 brani di buona fattura che mostrano una passione per il post-rock e anche qualche tentativo di innovare il genere. La strada scelta è quella della contaminazione con il prog e una certa psichedelia, anche se non c'è spazio per l'improvvisazione.
Nella breve distanza dell'Ep la formula sembra reggere, anche se non tutti gli elementi sono completamente a fuoco, e il primo limite di questo Ep è a livello sonoro e di produzione. La ricerca di una pulizia cristallina del suono non è molto precisa e ci sono alcuni rumori che non sembrano voluti sul finale dell'iniziale “Awakening”
Va decisamente meglio la successiva “Path”, che mette in luce le ottime doti del batterista Alessandro Fazio e anche delle interessanti figure ritmiche, che ben si intrecciano con la chitarra di Walter Santu e il basso di Giuseppe Voltarella.
Nel finale il minimalismo post-rock viene abbandonato per delle parti chitarristiche con attitudine prog- fusion, e sonorità vicine a quelle di certi dischi dei guitar hero pubblicati intorno al 2000 da Magna Carta.
“Redemption” prosegue sullo stesso percorso, mostrando però una maggiore consapevolezza compositiva, e le chitarre risultano più incisive quando si mantengono più minimali.
Non deve essere facile innovare il post-rock nel 2018, il genere ha già detto molto e le orme tracciate da Explosions In The Sky o God Is An Astronaut sono impercorribili, meglio ricercare la carta della contaminazione o dell'energia, come nei dischi degli ultimi Battles.
Ci sono spazi per il miglioramento e la crescita degli Echo Atom, che sono insieme dal 2016 ed hanno il tempo dalla loro parte. Il consiglio è di sperimentare e ricercare spunti anche altrove, lontano dai lidi confortevoli ma ben noti del genere.