La canadese Sass Jordan è un nome poco noto dalle nostre parti, ma in patria ha sempre avuto un notevole seguito e svariati riconoscimenti (ha vinto un premio Juno ed è stata nominata altre tre volte). La cantante ha inoltre alle spalle un considerevole numero di dischi, importanti collaborazioni e almeno una hit mondiale, Trust In Me, tratta dalla colonna sonora di The Bodyguard, e cantata in duetto con Joe Cocker.
Con questo nuovo Rebel Moon Blues, la Jordan esplora sonorità blues, rilasciando una scaletta, breve ma intensa, composta di sette cover e un brano originale. Lo scopo, a detta della stessa cantante, è quello di cercare di irrorare dosi di freschezza e nuova energia in brani già noti. E non ha avuto torto, perché queste canzoni, alcuni notissime, anche se li hai ascoltati centinaia di volte, possiedono tutte un inaspettato gran bel tiro.
Ecco allora, Living Trunck, che apre il disco con l’effervescente armonica di Steve Marriner e una sezione ritmica pimpantissima (Derrick Brady al basso e Cassius Pereira alla batteria): quando Sass inizia a cantare, con quell’inconfondibile timbro roco e abrasivo, ti chiedi che pezzo sarebbe stato se avesse potuto duettare con l’autore del brano, Taj Mahal. Notevolissima anche One Way Out, di cui molti hanno in testa la versione degli Allman (Eat A Peach), qui ravvivata da un brioso hand clapping che dà al brano sfumature gospel.
Piace molto anche Am I Wrong (presa dal repertorio di Keb Mo’) che profuma di jam session sotto il portico della casa di campagna: sciabolate slide guitar, tempo battuto coi piedi e le mani e la vibrante raucedine della Jordan a far ribollire il sangue nelle vene. Non male, poi, il brano originale, The Key, che trova spazio, con dignità, fra tanti standard famigliari, ed è il momento più rock del lotto.
Chiude il disco Still Got The Blues di Gary Moore, probabilmente la canzone più nota anche tra coloro che non sono specificatamente appassionati di blues, e che la Jordan, nonostante la difficoltà di misurarsi con uno dei brani più celebri del chitarrista irlandese, porta a casa la pelle con un’interpretazione di grande sostanza.
Rebel Moon Blues è un disco breve (solo trentacinque minuti di durata), con cui la singer canadese ha voluto saggiare un territorio già frequentato, ma mai con questa continuità ed omogeneità. Il risultato è ottimo, il timbro e il background filologico per cantare il blues ci sono, e la prospettiva in futuro di un disco di genere composto solo da originali, a questo punto, non è poi così remota.