Portare un nome importante è spesso l’anticamera per essere indicato come “il figlio di”, locuzione che sottende a sospetti di favoritismo o che ingenera, inevitabilmente, paragoni con il genitore più famoso. Lo sa bene Lukas, che di cognome fa Nelson e che ha come papà Willie, senatore del roots americano e pioniere, nonché massimo esponente, del movimento outlaw country. Un cognome ingombrante, dunque, che Lukas difficilmente potrà far passare in secondo piano, nonostante stia costruendosi con fatica (e passione) una carriera che l’ha portato a incidere fino ad oggi tre dischi solisti (questo è il quarto), che, in verità, non hanno suscitato particolare interesse e, soprattutto, con i suoi Promise Of The Real (oltre a Lukas, anche Anthony Logerfo alla batteria, Corey McCormick al basso, and Tato Melgar alle percussioni, Jesse Siebenberg alla steel guitar e Alberto Bof al piano) si è incaricato dell’arduo compito di sostituire i Crazy Horse nel ruolo di backup band di Neil Young (The Monsanto Years del 2015 e Earth del 2016). Un ruolo, questo, che, in combinato disposto con il pesante cognome, ha spinto questa nuova fatica discografica verso i piani alti delle classifiche americane, di cui ha raggiunto la seconda piazza. Per quanto Lukas si sforzi, e riesca spesso a spostare gli accenti della sua dizione verso il rock, è inevitabile che l’influsso di cotanto genitore si senta, non fosse altro che per quella voce che sembra quasi fotocopiata e per brani come If I Started Love, ad esempio, che sembrano essere usciti dal songbook del padre. Il disco, a parte inevitabili paragoni, suona, tuttavia, piacevole e vario: l’iniziale Sent Me Down On A Cloud è un’intensa ballata rock gospel, la giocosa Fool Me Once fa il verso a In The Summertime dei Mungo Jerry, Forget About Georgia (la risposta a Georgia On My Mind di Ray Charles) è una lunga ballata con una bella coda chitarristica e Runnin’ Shine, la migliore del lotto, azzecca una melodia uncinante che delizia le orecchie. Babbo Willie e la sorella Bobbie danno il proprio contributo alle atmosfere morbide di Just Outside Of Austin, mentre, udite udite, Lady Gaga (conosciuta sul set di A Star Is Born, per la regia di Bradley Cooper) omaggia l’amico Lukas con un contributo vocale (peraltro prescindibile) in Carolina e Find Yourself. A produrre John Alagia (produttore storico di John Mayer) e a completare la line up di musicisti la band indie pop newyorkese dei Lucius. Atmosfere vintage e un buon tasso di divertimento, per il miglior capitolo della discografia del “figlio di”.