Fu una forma canzone assai abusata dai grandi nomi dell’hard & heavy americano almeno fino all’avvento del punk, ed ancora oggi è una tipologia, seppur sfuggente e non sempre univocamente definita, assai comune tra i gruppi “pesanti”.
Alcuni caratteri ricorrenti: lunghezza spesso sopra la media, tempo lento, inizio acustico o comunque assai dolce, assolo imponente di chitarra solista, crescendo finale, testo malinconico / strappalacrime / filosofico.
Di chi fu il peccato originale che diede il via a questo nuovo standard? Le risposte plausibili sono numerose e vanno da Georgia on My Mind a The House of the Rising Sun (versione Animals), alla mitica Hey Joe, alla Wild Horses degli Stones, ai Free di tutto quanto Fire and Water, fino a Joe Cocker o addirittura Tom Jones.
Certo che all’atto pratico pezzi come Stairway to Heaven e Child in Time il loro contributo lo diedero eccome…
“Senza i Led Zeppelin in giro, i loro adepti finirono per ascoltare altri gruppi. Nella breccia penetrarono gli imitatori degli Zeppelin, per lo più complessi americani che suonavano fotocopie dei potenti accordi di Jimmy Page, con cantanti biondi che gemevano sovreccitate sciocchezze mistiche. Tali zeppreplicanti avevano percepito l'ombra dello Zeppelin quando era passata sopra l'America, all'inizio degli anni 70. I Boston inaugurarono la serie delle innumerevoli Little Stairways con il loro inno, More Than A Feeling, che quell'anno fu un grosso successo negli Stati Uniti. Gli Heart, capitanati da due sorelle provenienti dallo stato di Washington, suonavano grezze imitazioni del materiale degli Zeppelin e aprivano addirittura i concerti con Rock And Roll. Free Bird dei Lynyrd Skynyrd contese a Stairway il ruolo di inno nelle stazioni radiofoniche americane. Un altro complesso del Massachusetts, gli Aerosmith, rilesse addirittura Train Kept-A-Rollin’, ricavandone un altro hit. l Led Zeppelin erano ufficialmente in ritiro ma la loro musica continuava a vivere tramite quella di altri musicisti (successivamente i fans scherzarono sul fatto che, in assoluto, i due migliori 45 giri dei Led Zeppelin fossero Barracuda degli Heart — che prese il giro di basso e batteria da Achilles Last Stand - e Lonely Is The Night di Billy Squier).” (Stephen Davis – Il Martello degli Dei)
Pressoché tutti i più famosi complessi dell’hard americano e britannico potevano mettere in scaletta un brano del genere; nei concerti era spesso il momento clou, quello in cui si metteva mano agli accendini e si stringeva la persona amata (o più comunemente il boccale di birra). Gli esempi sono innumerevoli e a volte assai noti.
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Un romanticone come Pappalardi può vantare una buona batteria di ballatissime: dietro la celebre Nantucket Sleighride (1971) stanno anche Tired Angels e For Yasgur's Farm.
Desperation (dal primo album, 1968) è una potente visione distorta e strappalacrime di quasi 6 minuti ma John Kay farà meglio ancora con It's Never Too Late (At Your Birthday Party, 1969).
Da zeppeliniani di ferro, si gettano in una In the End con esplosione elettrica finale da manuale (da Fly By Night, 1975 ma anche meglio dal vivo su Exit, stage left). Il tutto tralasciando Lakeside Park e Closer to the heart, mica poco…
Robusti mercenari sudisti non facili ai sentimentalismi ma pure assai appassionati e melensi in Sable And Pearl (da Bloodrock 2, 1970).
Nei 9 minuti della complessa suite I'm Your Captain (da Closer To Home, 1970) spuntano addirittura tastiere flautate: Detroit li bandì per sempre.
I can feel the hand, of a stranger,
And it's tightening, around my throat.
Heaven help me, Heaven help me,
Take this stranger from my boat.
(Grand Funk Railroad - I'm Your Captain)
Se Astronomy è uno dei loro cavalli di battaglia, la stessa Flaming Telepaths, che la precede nella scaletta di Secret Treaties (1974), non scherza. Per tacere di (Don't Fear) The Reaper…
La super ballata astrofisica è Starglow Energy (da Sufficiently Breathless, 1973); almeno una variazione sul tema…
Nell’album d’esordio addirittura un tris che ha fatto epoca: Tuesday's Gone, Simple Man e Free Bird.
Train roll on, on down the line,
Won't you please take me far, far away.
Now I feel the wind blow, outside my door,
I'm leavin' my woman at home, oh yeah.
Tuesday's gone with the wind,
My baby's gone, gone with the wind.
And I don't know, oh, where I'm goin'.
I just want to be left alone.
When this train ends, I'll try again.
I'm leavin' my woman at home.
My baby's gone
Tuesday's gone with the wind.
(Lynyrd Skynyrd - Tuesday's Gone)
Direttamente dal 1973 di questo ibrido “Rolling Zeppelin”, ecco la mitica Dream On.
Dopo un brevissimo periodo di interregno punk, la power ballad tornerà prepotentemente in voga negli anni ’80 fino a trovare il suo vero coronamento con l’hair metal dei primissimi novanta, quello di Don't Know What You Got (Till It's Gone) dei Cinderella (1988) e di November Rain dei Guns (1991).
I gruppi dell’underground non si fecero pregare e molti di loro si concessero la propria piccola scala per il paradiso.
Granicus – Granicus (1973)
Prayer
Undici minuti di misticismo spicciolo dopo la terza birra; per fortuna c’è un grande cantante che si carica tutto sulle spalle…
The Third Power - Believe (1970)
Won’t beg anymore
Torpori e lentezze al peyote in stile James Gang
Highway Robbery – For Love or Money (1972)
All I Need (To Have Is You)
Questi erano veramente trash, ma un pensierino romantic non lo si nega a nessuno! Risolvono con inaspettata scioltezza alla CSN&Y.
Zipper – Zipper (1975)
Face of Stone
Arpeggioni tristi e pantomime glam.
Ursa Major - Ursa Major (1972)
Liberty And Justice
Un gruppo fatto per questo tipo di pezzi, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tutto da manuale.
Zerfas – Zerfas (1973)
Hope
Una ballata in riva al mare che si tramuta in silente contemplazione elettronica. Occhio perché le stampe in CD fondono assieme più canzoni…
Maypole – Maypole (1970)
Stand Alone
Insipida lungaggine chitarristica da fine lato B. Ma… possibile che preceda Stairway to Heaven?
Poobah – Let Me In (1971)
Enjoy What You Have
Modesto proposito da fraticelli francescani con un bel fascino unplugged
Dryewater - Dryewater (1974)
Thunder
Sembra una paginetta del Vangelo per bambini recitata al Gods of Metal; con gli accendini in mano.