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THE BOOKSTORECARTA CANTA
Portami a Casa
Sebastian Fitzek
2024  (Fazi Editore)
LIBRI E ALTRE STORIE
7/10
all THE BOOKSTORE
24/03/2025
Sebastian Fitzek
Portami a Casa
Un thriller palpitante, che tiene incollati fino all'ultima pagina, nonostante qualche evidente difetto.

È sabato sera, a Berlino. Sono da poco passate le 22. In un silenzioso appartamento d'epoca di Charlottenburg, Jules Tannberg è al telefono. Sta sostituendo un amico che lavora per una linea telefonica dedicata alle donne che tornano a casa di notte; donne che cercano una voce rassicurante che faccia loro compagnia lungo il tragitto, o anche qualcuno a cui chiedere aiuto in caso di bisogno. Finora nessuna chiamata ha mai riguardato una situazione di vero pericolo. Finora, appunto. Mentre guarda le ultime notizie in tv, Jules riceve una strana telefonata: all'altro capo della linea c'è una donna che sostiene di aver chiamato per sbaglio. Ma si capisce che è terrorizzata. Klara, questo è il suo nome, gli confida di essere seguita da un uomo che l'ha già aggredita e che ha dipinto con il sangue una data sul muro della sua camera da letto: la data della sua morte. E a quel giorno mancano poche ore. Là fuori, Jules lo sa bene, c'è un serial killer in libertà, noto come “il killer del calendario” per il suo modus operandi. Comincia così una lunga notte da incubo, una notte in cui niente è casuale e niente è come sembra, un diabolico gioco del gatto con il topo; ma chi è il gatto, e chi il topo?

 

L’idea di partenza che anima questo thriller a firma Sebastian Fitzek è estremamente suggestiva, anche se. A dire il vero, non originalissima, tanto da richiamare alla memoria il bel film del 2018 di Gustav Moller, Il Colpevole.

Jules, un giovane operatore telefonico con un passato drammatico, intercetta la telefonata di Klara che, dopo aver tergiversato, gli confida di essere seguita da un uomo, che l’ha minacciata di morte. Il giovane resta al telefono con la donna, che, nel corso della chiamata, manifesta anche intenti suicidi. Così, quella che sembrava una notte di routine si trasforma per i due protagonisti in un incubo a occhi aperti, soprattutto quando Jules inizia a convincersi che nella casa da cui sta telefonando si è introdotto un estraneo.

Portami a Casa è un romanzo che palesa pregi e difetti, pur raggiungendo esattamente lo scopo che si è prefissato, e cioè tenere il lettore incollato alle pagine del libro, esattamente come lo sono Jules e Klara al telefono. Eppure, c’è qualcosa che non quadra.

La prosa è buona, perfettamente adeguata al taglio snello e adrenalinico del thriller, ma come spesso capita nei libri di genere si muove solo in orizzontale, mancando totalmente di approfondire, se non grossolanamente, la psicologia di due personaggi che restano abbastanza stilizzati.

L’intento, poi, di puntare il dito sull’annoso problema dei maltrattamenti nei confronti del genere femminile è senz’altro commendevole, così come interessante è che il tema venga affrontato dalla prospettiva di un folle serial killer, le cui motivazioni, pur restando in superficie, potrebbero essere oggetto di discussione (e probabilmente l’intento è proprio quello), anche se nel romanzo non c’è spazio per un serio approfondimento e la questione resta sospesa.

Per converso, Portami a Casa, come si addice a ogni thriller che possa chiamarsi tale, tiene i ritmi altissimi e snocciola a ogni capitolo un colpo di scena, che risucchia in una trama, il cui mistero si dipana palpitante verso un finale (non troppo) inaspettato. Ciò nonostante, si ha l’impressione che la matassa sia eccessivamente ingarbugliata, e che per sbrogliarla siano necessarie delle forzature, che spesso appaiono improbabili, talvolta addirittura inverosimili. Non è un caso, quindi, che la trasposizione cinematografica del libro, Il Killer Del Calendario (lo potete guardare gratuitamente su Prime), rimescoli abbondantemente le carte, adattando la trama a una sceneggiatura più lineare, forse meno suggestiva, ma decisamente più realistica.