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REVIEWSLE RECENSIONI
Pitchfolk
An Early Bird
2024  (Awal Recordings)
INDIE ROCK AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS
8,5/10
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08/11/2024
An Early Bird
Pitchfolk
Nel nuovo album Pitchfolk Stefano De Stefano consolida un ruolo del tutto personale nell’universo degli autori indie folk, regalandoci nove canzoni che evidenziano le qualità di un artista devoto a un’espressione musicale e vocale delicata e tuttavia consapevole e ferma.

“Go the distance with your life
 No more sadness in these eyes
 Yeah, this is quite a find

(An Early Bird, "Quite a find")

 

Irrefrenabile e prolifico sono i primi aggettivi che vengono in mente parlando di An Early Bird, al sesto disco dall’esordio solista del 2018. Tuttavia, ciò che di primo acchito potrebbe sembrare una semplice bulimia musicale per non perdere contatti in un mondo sempre più liquido, che dimentica tutto velocemente e non aspetta più nessuno, è invece il risultato di una profonda ispirazione.

Pitchfolk “è una bella scoperta”, parafrasando il titolo di uno dei brani più intensi all’interno della raccolta, e incarna il carpe diem artistico di Stefano De Stefano (questo è il nome dietro al moniker), il quale non perde l’occasione per proseguire il suo percorso e certifica la continua evoluzione musicale, alle prese con un indie folk sempre più caratterizzante la sua persona.

Un marchio di fabbrica, ormai, quello del songwriter cresciuto a Napoli e da tempo di stanza a Milano, con il tipico sound in bilico tra un affascinante dream folk e un rarefatto ethereal pop, ma sempre alla ricerca di nuovi sviluppi melodici, di afflati della vita da esprimere liricamente. Il nuovo disco racchiude una manciata di miniature sonore a tinte pastello con una consistenza che si alterna fra la tempera e i colori a olio, proponendo melodie ariose e angeliche senza mai scadere nella stucchevole noia, ma sottendendo una fermezza di fondo che risuona come forza al servizio della consapevolezza.

 

“Have you ever really felt you deserve more
 Have you ever really been alone
 If you’ve never really found what you look for
Here we are, join the club and just roll the dice”

“Roll the Dice” apre le danze magnificamente, in un’atmosfera tra incertezza e magia, desiderio e speranza, e il fatto che sia stato pubblicato come singolo più di un paio di anni fa, senza trovare una collocazione in un album fino ad ora, probabilmente indica la costante ricerca dell’equilibrio giusto, del tassello azzeccato da inserire in un lavoro. La canzone, posta in apertura, garantisce continuità al progetto sonoro che procede con i primi scossoni di “Lucid Dream”, anch’essa una sorta di ritorno a un folk sognante accanto, però, a echi di alt pop. Sono deliziosi i cori a esaltarne l’orecchiabilità, e piace molto pure la scelta di farla seguire dall’onirica “Remain the Same”: il pezzo comincia e finisce con un fischiettare allegro, anche se il testo tratta un’acuta riflessione su quanto la vita cambi continuamente e su come in qualche modo rimanere uguali a se stessi possa rassicurarci.

 

Curiosità, voglia di mettersi in gioco, tenerezza e un pizzico di ironia tratteggiano Pitchfolk a partire dal titolo, un riferimento scherzoso alla nota webzine musicale, “un gioco di parole tra l’amore per l’indie folk e l’onere di vivere nel compromesso tra fare arte e adattarsi all’epoca del pitch”, come raccontato nelle note di presentazione dell’opera.

Certamente, nell’era delle playlist e delle cosiddette sincronizzazioni non è facile barcamenarsi pensando esclusivamente all’integrità artistica e intellettuale, ma An Early Bird non interrompe il suo cammino proponendo qualità sonora, fini arrangiamenti orchestrali e voluta leggerezza armonica, caratteristiche che si palesano anche in “Same Ship” e “You Kill Me Every Time”, seppur con diverse sfumature dal punto di vista lirico.

Il primo brano narra infatti di rabbia e perdono, due sentimenti legati in modo indissolubile: l’autore cerca di focalizzarsi sul valore curativo del passaggio dalla collera all’indulgenza, offrendo una chiave positiva nello sviluppo della canzone. “You Kill Me Every Time” è la traccia più romantica della raccolta, una dichiarazione statica d’amore alla dolce metà evidenziata anche musicalmente da un sottofondo d’archi, a sottolineare l’estasi dell’innamoramento, la volontà di dedicarsi unicamente al proprio partner.

 

“Love is here
 It has never been so clear
You can't love what you have not
So hold on to what you've got”

(Starsailor, “Love Is Here”)

“Holding on
 We can still fix and fill
 The cracks and holes of soul
We kept for so long”

(An Early Bird, “Quite a Find”)

 

James Walsh degli Starsailor fa ormai parte della storia di De Stefano, il quale lo scorso anno ha aperto la data parigina del gruppo (e la fruttuosa partnership si ripete in questi giorni nello show di Roma) e si è poi esibito proprio con il frontman sullo stesso palco a Milano. Dalle loro affinità elettive è nata una collaborazione sfociata in Quite a Find, il bellissimo singolo raccolto nell’EP Scratches e ora disponibile in Pitchfolk. Alla meraviglia delle due voci perfettamente complementari si associa la profondità del testo che colpisce dentro il cuore con quella frase, “I will not belong to this time”, collocata e ripetuta in maniera significativa al termine del pezzo. Pure la seguente “Some Good Will Come” arriva dal progetto Scratches e continua il percorso “curativo” attraverso le canzoni , con la chitarra acustica, a tratti a braccetto con il piano, a disegnare atmosfere delicate.

Un altro highlight dell’album risulta sicuramente “Plenty”, che giunge al pari di un’onda dolce ma improvvisa, in un soleggiato pomeriggio sulla spiaggia; precise trame di chitarra si intrecciano con accordi di pianoforte sotto un ritmo pulsante, ampliando il panorama sonoro dell’artista. È una canzone di forte impatto, in cui si parla di una relazione sentimentale caduta in difficoltà con metafore originali e azzeccate, “Damn, It was like playing chess but without the queen”, con la speranza di recuperare il terreno perduto, “Tell me that we’ll never lose the game, there’s plenty to live for”.

“Watch My Fall”, infine, chiude con grazia Pitchfolk, per merito di un’armonica sfuggente, ma evocativa e di una spruzzata d’archi delicati, piacevole accompagnamento ad alcuni eleganti fraseggi chitarristici.

 

Pitchfolk prosegue il cammino di A Beautiful Waste of Time aggiungendo nuove sfumature al progetto di An Early Bird. Nessuna scelta scontata per un musicista di caratura internazionale libero, sincero e senza la minima intenzione di fermarsi. La sua espressività e il suo cantato delicati e allo stesso modo decisi e consapevoli non smetteranno di raccontare la vita e i sentimenti in tutte le loro sfaccettature.