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REVIEWSLE RECENSIONI
14/10/2024
Before Bacon Burns
Persefone
I Before Bacon Burns realizzano il loro miglior disco con Persefone, un album Rock dalla connotazione Alternative, dove spiccano ritmiche fantasiose, continue alternanze tra piano e forte, pieno e vuoto, nonché melodie vocali sempre azzeccate. Unico difetto? Decisamente troppo breve!

Il mito di Persefone, come del resto tutti i miti, ci è stato tramandato in diverse versioni. In una di queste la dea sarebbe stata strappata alla madre Demetra contro la sua volontà, e sarebbe dunque divenuta regina degli Inferi a seguito di un inganno ben congegnato dal futuro marito Ade. Ascoltando la title track del nuovo disco della band di Monza, sembrerebbe che Eleonora, cantante e chitarrista del quartetto, nonché da sempre unica mente dietro ai testi, abbia scelto di privilegiare tale teoria. La discesa nell’oltretomba, la perdita del sole e l’abbraccio di un eterno inverno sembrano essere metafora dei contenuti generali espresso in questo terzo lavoro.

I Before Bacon Burns vengono da un periodo travagliato, con Difetti uscito proprio ad inizio pandemia, costringendoli ad una ridefinizione forzata delle priorità, sfociata inevitabilmente in un lungo silenzio. Un problema grosso per un gruppo come il loro, abituato a stare sui palchi, con la dimensione live che da sempre costituisce la sua cifra principale.

 

Persefone, arrivato a chiudere questo iato e terzo capitolo di una discografia che non ha finora conosciuto cali di tensione, appare, come si accennava prima, la metafora di un genere umano in stato di prigionia. Il tempo che scorre inesorabile e a cui è impossibile sottrarsi, la violenza bruta nella quale ricadiamo in continuazione nonostante i secoli di evoluzione che abbiamo attraversato, le persone care che abbiamo perduto e di cui resta solo un ricordo probabilmente destinato a sbiadire, gli avvenimenti che definiscono la nostra storia e a cui rischiamo di ritrovarci inchiodati.

Persefone è tutto questo e molto di più, che non è stato detto e che risulta difficile da definire. Non è un disco allegro e neppure pacificato, ma la rabbia che pervade da queste sette canzoni risulta avere anche una bella carica positiva, una sensazione liberatoria tipica di chi è finalmente tornato a fare ciò che ama di più.

 

Nessun cambio di direzione, il genere è il solito Rock dalla connotazione Alternative, dove spiccano ritmiche fantasiose, continue alternanze tra piano e forte, pieno e vuoto, nonché melodie vocali sempre azzeccate, merito di una Eleonora come sempre in stato di grazia, grande performer oltre che ottima cantante. Toni generali scuri, del resto in linea col concept, per cui anche in quei momenti in cui le distorsioni si stemperano e l’atmosfera si fa maggiormente contemplativa (“Ritratto”, “17 settembre”) permane un’inquietudine parecchio difficile da scacciare.

Niente di nuovo all’orizzonte (anzi, qualcuno potrebbe accusarli di essere fin troppo datati) eppure i Before Bacon Burns fanno ancora una volta tutto benissimo, dimostrando in più una notevole maturazione tecnico-compositiva (leggi: si tratta di gran lunga del loro disco migliore), ed è anche bello che in Italia esista ancora gente che suona queste cose qui, in un panorama fin troppo appiattito su ciò che possiede maggiori possibilità commerciali.

Unico difetto: troppo breve. Sette canzoni per nemmeno venti minuti di musica sono decisamente poco, soprattutto se manchi dalle scene da quattro anni. Capisco che oggi si usa così per millemila motivi (la maggior parte dei quali inquietanti e poco condivisibili) ma tre o quattro pezzi in più sarebbero stati più che graditi.