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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
10/04/2024
Live Report
Ozric Tentacles, 09/04/2024, Circolo Magnolia, Milano
Quarant’anni di carriera ma per nulla ammuffiti, gli Ozric Tentacles sono freschi ed entusiasti come degli esordienti e coinvolgono al meglio il pubblico accordo al Circolo Magnolia per vederli, godendosi le loro lunghe suite in bilico tra la psichedelia ed il Progressive.

Li abbiamo visti a settembre al Festival Prog di Veruno, dove si erano esibiti da headliner la domenica sera, chiudendo di fatto la rassegna. Pochi mesi dopo è però uscito il nuovo Lotus Unfolding (ne avevo parlato qui) per cui questa nuova calata italiana degli Ozric Tentacles (oltre a Milano hanno suonato anche a Torino e suoneranno anche a Roma, Genova, Bologna e Pordenone) non giunge di certo superflua.

La domanda è tuttavia lecita: cosa chiedere ancora ad Ed Wynne e soci, dopo quarant’anni di attività e decine di album realizzati? Se da una parte è vero che non hanno mai cambiato di troppo la loro proposta (piccole variazioni da disco a disco ma la sostanza è sempre quella) è altrettanto vero che ogni loro disco rappresenta un viaggio suggestivo e mai scontato, neppure quando pensiamo di conoscere già tutto quello che ci aspetta.

Vale lo stesso per Lotus Unfolding: da una parte è il “solito” disco degli Ozric Tentacles, dall’altra regala sempre abbondanti motivi per gioire.

Lo sa bene anche il pubblico milanese, che affolla Il Magnolia in una piovosa sera di primavera, in quello che sarà sicuramente uno degli ultimi appuntamenti indoor della stagione. Età media piuttosto alta, ovviamente, ma partecipi e ben motivati, come è giusto che sia per un act che ha costruito nel tempo una così alta credibilità.

 

In apertura ci sono Silas & Saski, vale a dire tre quinti dei Tentacles, alle prese con uno dei loro numerosi progetti paralleli: questo è composto da Saskia Maxwell, flautista del gruppo dal 2021, e dal membro storico Silas Neptune; affiancati, in questo caso, dal batterista Adam Field, che ha appena sostituito Pat Garvey ed è al suo primo tour in assoluto con la band.

Il loro è un set minimale, con un uso anche piuttosto massiccio di basi, con Silas che, contrariamente al suo ruolo nel gruppo, si dedica molto di più alla chitarra, e Saskia, che si divide tra flauto e parti vocali. Il fatto di avere dei brani che, anche per il fatto di essere cantati, seguono molto di più la forma canzone, costituisce la principale differenza con la proposta degli Ozric. Per il resto siamo più o meno sulle stesse coordinate, sebbene i brani siano decisamente più eterei, con una connotazione “spirituale” più evidente. Suonano per una quarantina di minuti, presentando anche qualche brano inedito, accompagnati da visual coloratissimi che ci fanno entrare molto di più nel loro mondo.

Set piacevole, anche se non imprescindibile, rallegrato da Saskia che, parlando un buon italiano, si è divertita ad interloquire con il pubblico.

 

Gli headliner Ozric Tentacles arrivano dopo una decina di minuti e si parte subito forte con “Green Incantation”, una delle composizioni più dinamiche del nuovo disco. Anche loro sono accompagnati dai visual, che enfatizzano tutto il mondo colorato e lisergico che da sempre li contraddistingue e che, assieme alle dye t-shirt che indossano, sembrano catapultarci direttamente all’interno di un concerto dei Grateful Dead.

I suoni sono ottimi e il gruppo gira che è una meraviglia: Silas Neptune si è nel frattempo spostato alle tastiere, lasciando ad Ed Wynne le linee di chitarra: il leader e fondatore della band appare in forma smagliante, come sempre è il suo particolare tocco a caratterizzare le composizioni, mentre le linee di basso dell’altro veterano Vinny Shilito rafforzano e riempiono le melodie. Adam Field poi è bravissimo, se nel set di apertura si era limitato a tenere il tempo e poco altro, qui è decisamente più fantasioso ma anche potente, in generale i vari brani sono tutti suonati con un groove irresistibile.

La formula è sempre quella: lunghe suite in bilico tra la psichedelia ed il Progressive, dove ora prevale la chitarra, ora la tastiera, e in cui temi portanti facilmente caratterizzati si alternano a momenti in cui prevale una sospensione contemplativa e quasi mistica.

 

Evidentemente a colpire di più sono gli episodi più classici, caratterizzati dall’up tempo e da lunghe e veloci parti chitarristiche, che sono poi gli ingredienti che li hanno resi famosi: due classici come “Eternal Wheel” ed “Erpland” saranno non a caso tra le più acclamate della serata.

Molto bene però anche quando entra in campo Saskia Maxwell, che abbellisce col suo flauto composizioni a più alto tasso “progressivo”, come le nuove “Lotus Unfolding” e soprattutto “Burundi Spaceport”, con un che di liquido e spettrale nel suo andamento.

Bellissima anche “Ayurvedic”, con le sue ritmiche orientaleggianti ed il basso ossessivo, mentre “Jellylips” vede un maggior uso di tastiere e campionamenti. Nel finale non poteva che arrivare “Sploosh!”, probabilmente il brano simbolo del gruppo, con Ed che sottolinea come sia particolarmente adatta in quel momento, a causa della pioggia intensa (nelle pause tra un brano e l’altro il rumore dell’acqua che batte sul tendone è quasi assordante).

Sembrerebbe tutto finito ma i richiami entusiasti del pubblico fanno intuire che i cinque saranno costretti a tornare indietro, cosa che puntualmente accade. Il bis è uno solo ma è un altro grande classico: “Kick Muck”, cavalcata elettrica in cui Ed Wynne e Silas Neptune salgono entrambi sugli scudi e dove vengono condensati in poco meno di dieci minuti tutti gli ingredienti che hanno fatto grande questo gruppo.

Quarant’anni di carriera ma per nulla ammuffiti. Gli Ozric Tentacles sono freschi ed entusiasti come degli esordienti.