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THE BOOKSTORECARTA CANTA
Ovunque, sei
Maurizio Vaiani
2018 
LIBRI E ALTRE STORIE
all THE BOOKSTORE
27/11/2020
Maurizio Vaiani
Ovunque, sei
“Ovunque, sei” è un libricino piccolo e delicato che mi fa pensare a un porta gioie in cui conservare, per proteggerle, tutte le cose a cui teniamo di più. In questo caso, però, le “gioie” da custodire, sono le emozioni e il ventaglio di esperienze che ci regala la vita, in quell’intreccio senza fine tra passato e presente.

“La realtà è che ognuno di noi racchiude in sé una miriade di omini pronti a costruire, a distruggere, a proteggerci, a salvarci, salvaguardando la nostra parte più intima e privata, allestendo una protezione di ciò che siamo e di ciò che la vita ci ha permesso di diventare.”

 

Ho incrociato Maurizio Vaiani per caso, qualche mese fa, sulla pagina Facebook di Loudd. Un incontro decisamente fortunato, di quelli che ti portano inevitabilmente a pensare che questi social, spesso demonizzati, possono regalare anche cose belle, come la possibilità di conoscere persone speciali, e lui lo è.

Ovunque, sei” è il primo libro di Maurizio che, tra l’altro, è un bravissimo musicista: già cantante dei Jenny’s Joke, nel 2018 ha dato vita al suo progetto solista, RosGos, con la pubblicazione dell’album “Canzoni nella notte”, a cui è seguito, nel 2020, “Lost in the desert”. (Su Loudd, trovate recensioni e interviste).

Maurizio non ama definirsi scrittore, anzi, non fa altro che ripetere di non esserlo e da persona autoironica qual è, su questa cosa, ci scherza parecchio.

Per come la vedo io, però, in certe situazioni, le definizioni sono totalmente inutili: scrittore o meno, penso che il linguaggio delle emozioni sia universale e se dentro di te hai delle cose da dire e riesci a farlo nel modo giusto, scegliendo le parole più appropriate che ti consentono di costruire un ponte tra te e l’altro, così da arrivare a toccare il suo cuore e la sua testa e a trasmettergli un messaggio, beh, vuol dire che hai raggiunto il tuo obiettivo, a prescindere da chi sei e cosa sei.

Ecco perché dopo aver letto il suo libro – il primo di una lunga serie, mi auguro - mi sento di affermare che la scrittura e le parole appartengono a Maurizio, perché le ha dentro di sé e sono il frutto della sua grandissima sensibilità. Che siano canzoni, libri o pensieri improvvisati, poco importa, perché sa arrivare, ed è questo ciò che conta.

Ovunque, sei” è un libricino piccolo e delicato che mi fa pensare a un porta gioie in cui conservare, per proteggerle, tutte le cose a cui teniamo di più. In questo caso, però, le “gioie” da custodire, sono le emozioni e il ventaglio di esperienze che ci regala la vita, in quell’intreccio senza fine tra passato e presente.

Perché la vita, tutta la nostra vita, ce la portiamo sempre dietro: il passato si riflette inevitabilmente sul nostro presente, e il presente si rifletterà sul nostro futuro.

La chiave di lettura di questo libro sta proprio in questo, nella sovrapposizione costante tra passato e presente: tra i ricordi, il “qui e ora” e una proiezione verso il “poi”, il futuro.

Ogni capitolo racconta un piccolo pezzo di vita, una raccolta dei frammenti più importanti, di quelli che, per un motivo o per l’altro, hanno lasciato (e lasciano) segni profondi: troppa gioia o troppo dolore; le nuove scoperte; le esperienze importanti; gli affetti; le perdite; gli incontri determinanti e gli adii.

“Mio padre, continuando a cantare, sollevò le mani, inclusa la mia, gesticolando, come se stesse dirigendo un’intera orchestra. E finalmente arrivò. Un bellissimo sorriso dipinse il suo volto e mi riempì il cuore, riempì l’intera stanza e sbucò fuori dalla finestra fino a riempire il cielo.”

Ogni capitolo del racconto si apre con una citazione musicale o letteraria e pagina dopo pagina, i ricordi, carichi d’amore e dolorosi allo stesso tempo, si alternano e si annodano a un presente che sembra farsi sempre più luminoso e pieno di speranza.

Da una parte la sofferenza, il senso d’impotenza e al contempo il tentativo di accettare la malattia di un padre, l’elaborazione del lutto e la fine di una relazione che ha lasciato segni profondi e dall’altra, la vita, che senza chiedere il permesso, rimescola tutte le carte e sorprende, mettendo il protagonista davanti a un incontro inaspettato che farà vacillare le sue poche certezze - quelle alimentate soprattutto dal dolore e dalle esperienze vissute fino a quel momento - e lo porterà ad abbandonarsi alle emozioni senza più paure; a rimettersi in gioco e a cambiare la sua prospettiva sulle cose, in particolare nel modo di guardare dentro sé stesso.

“Mi stavo innamorando? Iniziavo a chiedermelo, nonostante avessi sempre pensato e creduto che l’amore a prima vista fosse impossibile; o meglio, l’impossibilità assoluta in realtà non esiste e lasciava quindi spazio all’improbabilità.”

Ovunque, sei” è un racconto sincero, genuino, pulito, in cui c’è tanto cuore. È l’esempio perfetto di come la scrittura, semplice e lineare, possa essere terapeutica e aiutare, non solo chi scrive ma anche chi legge, a lenire un dolore. Le emozioni gli danno vita e lo nutrono, portando colpi di luce e colore anche lì dove ci sono le ombre. Un libro che accarezza, di quelli che quando li riponi, sei felice di aver letto, perché ti lasciano la bocca buona.

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