Il funk elettronico ed astratto di “Liquido”, traccia che apre l'album può trarre in inganno sulla direzione del polistrumentista e cantante, che nel corso dell'album si alterna tra parti elettroniche, chitarre e sax; l'italiano di questa canzone non è il suo tipico marchio di fabbrica. Davvero pregevole “Wet Dream”, tra rock ed elettronica, alla maniera del migliore Beck ed un cantato/ parlato che più che a Berlino guarda alle strade di New York, raccontate da Lou Reed.
“Ocean Punk” rimane sempre in territori affini, e non sarebbe stonato in una raccolta come “No New York”, tra ritmi storti ed inserti di sax, tra un brano dei Contortions ed i Teenage Jesus And The Jerks. Nel mondo di Peculiaroso però non ci sono solo riferimenti al passato e anche l'elettronica gioca una sua parte importante, benché sempre asservita alla canzone, o meglio, alla narrazione.
Non è molto quello che si riesce a trovare in internet su di lui se non che ha collaborato con Hugo Race, e ci piace immaginarlo come uno di quegli artisti outsider che popolano la scena europea, creativi e immuni da facili tentazioni commerciali.
“Been There Done That” ha un bel potenziale, in cui troviamo ancora riferimenti a Lou Reed, su una musica che sta tra Funkadelic e Prince, con una certo gusto elettronico che potevamo trovare in produttori Berlinesi intorno ai primi anni 2000.
Il songwriting è creativo, l'esecuzione precisa e credibile, pur nella volontà di suonare come qualcosa di non ordinario, ma quello che risalta come prima cosa è l'attitudine davvero internazionale, con nulla da invidiare, per suono e intenzione, a produzioni ad alto budget, oltre a una pronuncia inglese che fa pensare ad un madre lingua.
Peccato per l'episodio in apertura, che può spiazzare l'ascoltatore e allontanare i più distratti, perché questa non è la solita produzione indie italiana.