Nati dalle ceneri dei Flake Music, originari di Albuquerque (Nuovo Messico) ma successivamente di stanza a Portland (Oregon), i Shins (nella formazione originale: James Mercer, voce e chitarra, Marty Crandall, basso e tastiere, Neil Langford, basso, Jesse Sandoval, batteria) esordiscono, il 19 giugno 2001, con Oh, Inverted World, un disco, che ne suoi vent’anni di vita, ha acquisito l’aura di opera di culto e spinto la band, con il placet della stampa specializzata, ai vertici delle gerarchie dell’indie pop americano.
E non certo per caso, visto che le loro canzoni, così eccentriche, sghembe e fantasiose, che guardano e raccontano la fragilità del un mondo e di esistenze cronicamente incasinate, suonavano (e suonano ancora) argute e originali. Una musica apparentemente di assoluta semplicità, che non si prefigge obiettivi rivoluzionari, una musica esuberante ma struggente, rinfrescante, esilarante e immediatamente accessibile, che, tuttavia, ricompensa l'ascoltatore regalando piccole e deliziose scoperte ad ogni singolo ascolto.
Ma andiamo con ordine. Formatisi nel 1996 in uno dei posti più improbabili per la nascita di una rock band di successo, Albuquerque in New Messico, gli Shins (a quei tempi, solo James Mercer e Jesse Sandoval) nacquero come progetto parallelo del loro gruppo già affermato Flake Music. Alla fine i Flake furono messi in ombra dal nuovo corso e si sarebbero poi sciolti nel 1999. Nel 1998 agli Shins fu, invece, chiesto di aprire per gli amici Modest Mouse, ed è durante quel tour che furono notati e messi sotto contratto dall'etichetta Sub Pop Records, con sede a Seattle. L’inizio, questo, di una relazione reciprocamente vantaggiosa, visto che la Sub Pop fornì alla band capitanata da Mercer il trampolino di lancio per la celebrità e i The Shins rianimarono le vendite di un’etichetta, che aveva da tempo esaurito i suoi giorni migliori.
Inizia così un periodo particolare difficile per James Mercer, mente pensante della band, che si trovò catapultato da Albuquerque a Seattle, che cambiò radicalmente vita, chiudendo anche una lunga relazione amorosa, che si staccò dagli affetti e dalle abitudini, chiudendosi in una sorta di isolamento per comporre e perfezionare il materiale del disco, con la sensazione che tutto stesse andando in fumo, prima ancora di veder pubblicata una sola nota.
Preoccupazioni risultate, poi, infondate, visto che Oh, Inverted World vendette la bellezza di 100.000 copie in due anni, quando le proiezioni di vendita della Sub Pop si attestavano sulle 10.000. Il successo vero, però, arrivò nel 2004, quando due canzoni dell'album (New Slang e Caring Is Creepy) furono inserite nella colonna sonora de La Mia Vita a Garden State, stralunato film millenial diretto e interpretato da Zach Braff al fianco di un’incantevole Natalie Portman. Il film mise sotto i riflettori la musica degli Shins, un melange colorato da suoni lo-fi e melodie sghembe, da pop, rock, psichedelia e folk, da luminosi barbagli di sole e da un sottile fil rouge di delicata malinconia. Una musica che potrebbe definirsi quasi revivalista, visto le tante influenze provenienti dal passato (The Beatles, The Zombies, The Beach Boys, The Smiths, per citarne alcune), se non fosse che tutte quelle citazioni trovano il loro perfetto punto di fusione all’interno di una miscela seducente, un po' moderna e un po' retrò, che, in fin dei conti, appartiene solo ed esclusivamente al talento di Mercer.
Oh Inverted World è un album così bello che sembra quasi impossibile possa essere il debutto di una band di egregi sconosciuti, capace di raggrumare in soli trentatre minuti un arsenale melodico che lascia senza fiato. Il disco inizia con Caring is Creepy, e basterebbe questa per rendersi conto della caratura del songwriting del leader: riff di chitarra asciutto ed efficace, drumming claudicante, sbuffi di hammond e melodia solare per accompagnare, invece, un testo che parla dell’angoscia di vivere, della nostra incapacità di incidere sugli avvenimenti dell’esistenza, quasi fossimo pedine nelle mani di un supremo che si prende gioco della nostra finitezza.
Ed è solo l’inizio di un percorso tanto breve quanto irresistibile: la malinconica One By One All Day strizza l’occhio alla psichedelia e a Brian Wilson, Weird Divide, ispirata al trasferimento di Mercer a Seattle e ai cambiamenti incorsi nella sua vita, fa rivivere Simon & Garfunkel in una dimensione pop fluttuante a mezz’aria, Know Your Onion! è irresistibilmente sbarazzina, pur raccontando le incertezze e le paure dell’adolescenza, la pimpante Girl On The Wing con il suo incedere quasi funky e il retrogusto anni ’60 possiede un pungente sapore agrodolce, e la traccia finale, The Past and Pending, acustica e appena scossa da un suadente corno francese è la conclusione commovente di un disco fantastico.
Restano da dire due parole anche su New Slang, in assoluto la canzone più famosa del repertorio dei Shins. Un brano che cattura tutti i crucci della nostra epoca, e la cui melodia riecheggia l'inquietudine di canzoni di Simon & Garfunkel come Sounds of Silence, apparentemente dimesse eppure visivamente potenti nel raccontare quanto caduche siano la vita e la felicità e quanta insoddisfazione proviamo nel momento in cui ce ne rendiamo conto. Tre minuti e cinquantun secondi di autentico struggimento, oscillante fra languori nostalgici e picchi di arresa malinconia, una canzone che da sola vale una carriera e che si è conquistata un posto nell’Olimpo tra le più emozionanti melodie degli anni ’00.
Oh Inverted World apre agli Shins la strada del successo e della popolarità ma è anche il primo passo verso la disgregazione interna: nel 2012, dopo altri due album di successo e una pausa di cinque anni, la line up degli Shins si è ridotta al solo Mercer, che continua in solitaria facendosi affiancare dal produttore Danger Mouse, con cui dà vita anche al progetto Broken Bells.
In attesa del nuovo e auspicato nuovo capitolo della carriera di Mercer, vale davvero la pena riscoprire questo esordio, che nel 2021 compie vent’anni di vita e torna a essere pubblicato, previa rimasterizzazione, sia in cd che in vinile. Imperdibile, per chi ama l'indie pop.