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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
14/02/2018
Michael Jackson
Off The Wall
Prodotto da un Quincy Jones in stato di grazia, Off The Wall è il primo album solista di Jackson siglato per la Epic Records, già affrancatosi dai fratelli e dalla Motown e destinato a diventare una stella di prima grandezza.

Se per molti Thriller è considerato come il capolavoro di Michael Jackson, per il sottoscritto Off  The Wall rappresenta il punto massimo raggiunto dall’artista afroamericano. Thriller è stato uno dei dischi più venduti di sempre ma, aldilà di questo, lo trovo meno spontaneo e più plasticoso rispetto ad Off The Wall; forse il suo grande successo è in parte dovuto ai video, questi sì davvero innovativi, che ne accompagnarono le canzoni. 

Prodotto da un Quincy Jones in stato di grazia, Off The Wall è il primo album solista di Jackson siglato per la Epic Records, già affrancatosi dai fratelli e dalla Motown e destinato a diventare una stella di prima grandezza. Un brano come “Don’t Stop Till You Get Enough”, messo ad apertura del lavoro, bello, fresco e sfrontato (ho provato a ricercarne il mood negli anni successivi fra i più svariati artisti senza trovarne traccia), è una canzone unica, costruita come un ponte che unisce i vari aspetti della musica black; disco, soul e funk uniti insieme per creare qualcosa di nuovo e mai ascoltato fino ad allora. Del resto lo stile del disco è ben diverso dalle produzioni precedenti di Jackson, quindi niente più sonorità Motown ma uno sguardo aperto a 360 gradi sul mondo della musica black, un album visionario e coraggioso, che mantiene tutta la sua freschezza a distanza di quasi quarant'anni anni dalla sua uscita.

Insomma, tutto il Michael Jackson successivo parte da qui, e qui ci sono tutte le intuizioni che poi sfrutterà negli anni a venire. Il resto dell’album riserva sorprese ad ogni ascolto: se da un lato abbiamo brani che funzionano bene per il dancefloor, come “Working Day And Night” e “Get On The Floor”, dall’altro sono i mid-tempo ad esaltare: “Rock With You” e “Off The Wall”, ambedue scritti da Rod Temperton, sono due gioielli tagliati su misura per la voce di Michael e restano a tutt’oggi ineguagliati e ineguagliabili.

Burt Bacharach insieme a Carol Bayer Sager ci regalano invece un brano pop semplice e cristallino come loro usavano fare: “It’s The Falling In Love”. Il favore sarà ricambiato da Jackson, durante una pausa delle registrazioni di Off The Wall, partecipando in duetto con la Sager in una canzone, “Just Friends”, dal suo album solista Sometimes Late At Night, disco divenuto nel tempo oggetto di culto. “Girlfriend” è il brano che Paul Mc Cartney regalò a Jackson e che sancì l’inizio della loro collaborazione mentre Stevie Wonder scriveva l’ennesimo capolavoro della sua carriera, “I Can’t Help It”, brano slow dove magicamente si uniscono il pop con il soul più morbido.

La sensazione riascoltando il disco a distanza di anni è quella di un Jackson in pace con se stesso come mai dopo, e di un incastro riuscito di persone che caso volle si trovassero nel momento migliore del loro percorso artistico, al fine di creare un’opera eternamente sospesa nella stagione della nostra adolescenza.