E il settimo giorno Dio creò Facebook è l’uomo scoprì che chiunque poteva iscriversi, chiunque poteva aprire un account, senza alcun test o selezione all’ingresso.
Più che al libro della creazione, questo racconto sarebbe da inserire nel libro dell’apocalisse.
È da un po’ che i bruciori di stomaco mi assalgono ogni volta che apro Facebook e scorro le diverse interazioni sotto i post. Chi te lo fa fare? Mi direte… In buona parte il lavoro, ma non nego che c’è anche un pizzico di masochismo che mi spinge ad armarmi di Gaviscon e proseguire la lettura.
Sotto ai post si scoprono nuove forme di vita fino a pochi anni fa sconosciute. Il classico leone da tastiera si è evoluto in milioni di sfumature i cui colori non hanno niente a che fare con quelli dell’arcobaleno.
Ma cerchiamo di individuarne alcune tipologie. Partiamo dai più innocui, anche se fastidiosi: quelli che scrivono offtopic. Insomma, sotto un post che parla della nuova stagione di Game of Thrones, ti chiederanno sicuramente su che canale possono vedere The Walking Dead. Ci sono poi quelli che rispondono ai post senza leggere il post stesso, ma peggio ancora è chi condivide articoli dai titoli clickbait senza nemmeno prendersi il disturbo di leggere cosa sta condividendo alimentando il tornado delle fake news.
Ma qui si naviga ancora in acque calme, se andiamo un po’ al largo, incontreremo senza alcuna difficoltà qualche branco di haters professionisti che si iscrivono a pagine o seguono personaggi che a quanto pare odiano, visto che non fanno che commentare in maniera negativa e velenosa qualunque post.
Fatevi un giro sul profilo della Lucarelli, giusto per citare un caso eclatante.
Un giorno ho chiesto ad uno degli utOnti che le inveivano contro perché, se la Lucarelli non gli piaceva, la seguisse e stesse lì a commentare invece di spendere meglio le sue giornate. In tempo zero mi ha risposto una tizia sua amica, probabilmente il suo avvocato, dicendo che il mio commento era di –cito testualmente- una pochezza intellettuale imbarazzante. Oddio, non sapevo che il buonsenso fosse nemico dell’intelletto. Colpa mia.
Ora, probabilmente Selvaggia non è un mostro di simpatia, ma io mi chiedo, chi te lo fa fare di spendere tutte queste energie per insultare quotidianamente una persona che nemmeno conosci e della quale non condividi idee e opinioni? Devi avere dei seri problemi se segui APPOSITAMENTE le persone per insultarle.
Se mi stai leggendo ho il numero di un ottimo psicologo, ha delle ottime referenze, ci vado pure io perché mi costa meno del Gaviscon.
Tutte le mostruosità celate nell’animo umano vengono fuori con violenza disarmante nel conforto dell’anonimato. E se prima il veleno, l’intolleranza, il razzismo, la misoginia, l’ignoranza restavano nel circolo ristretto delle amicizie o venivano sussurrate a mezza voce adesso sono prepotentemente sotto gli occhi di tutti, urlate nella rete dove non puoi chiudere gli occhi o tapparti le orecchie. Non esiste via di fuga.
E io che faccio? Oltre ai medicinali per il reflusso e le sedute dallo psicologo, ho un magnifico profilo fake con il quale mi ripropongo sempre di fare il Robin Hood de noartri. Rifaccio il login, vado di nuovo sotto il post incriminato, clicco “rispondi” sotto il commento dell’idiota di turno e scrivo scrivo scrivo scrivo…
La maggior parte delle volte arrivo fino in fondo, sto per premere “invio” e poi penso: ma chi cavolo me lo fa fare?
La calzamaglia verde non mi sta più bene come una volta, e rileggendo il commento, guardandomi allo specchio, assomiglio un po’ a Shrek.
La bocca dell’inferno non sta a Sunnydale* e nemmeno a Neptune**. Sta proprio qui, sul vostro display, dovete solo fare il login.
E spesso mi chiedo: ma odiare gli haters, fa di me una hater?
*Buffy The Vampire Slayer
**Veronica Mars