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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
Nuovo Testamento + Curses + Starcontrol + Castelli, 02/11/2024, Arci Bellezza, Milano
Live Report
2024  (Swamp Booking, Arci Bellezza)
STEFANO NICASTRO
all SPEAKER'S CORNER
05/11/2024
Live Report
Nuovo Testamento + Curses + Starcontrol + Castelli, 02/11/2024, Arci Bellezza, Milano
Serata super affollata di gruppi e pubblico al Bellezza, per il sottoscritto un “ritorno al passato” negli anni Ottanta, a partire dalla wave raffinata di Castelli, passando per l’EBM di Curses, per ricadere nei vortici gotici degli Starcontrol e riemergere ballando al future (o retro) italo disco dei Nuovo Testamento.

Come noto il 2 novembre è la Festività per la commemorazione dei defunti e quale data potrebbe considerarsi migliore per la vulgata che vuole uno spicchio musicale degli anni Ottanta dedicato al Goth?

Eccoci, quindi, molto numerosi (ma con età media oramai “anta”) al Bellezza per una serata tutta incentrata sull’onda neo-grigia degli eighties.

 

Incomincia ad aprire le danze, poi capirete il perché tale locuzione si attaglia particolarmente nel caso di specie, Stefano Castelli, di cui ho già scritto più volte (vedi qui).

Nell’evitare di ripetermi, dico solo che la proposta di Stefano è molto peculiare, incasellandosi su di un crinale difficile da esplorare, ovvero lo sposalizio tra il suono wave e un synth pop cantautorale che nel nostro paese è stato, ed è tuttora considerato, un genere non propriamente amato dal popolo alternative.

Peccato perché pezzi quali “Luna” o “Manchester d’estate” sono molto belli, come il nuovo pezzo presentato in anteprima: “Londra nel deserto”. Insomma per Stefano la Gran Bretagna rimane un punto di riferimento anche “geografico”.

Finito il set di Castelli, ci si sposta davanti al palco “principale” per il concerto dei Curses, ovvero il progetto musicale di Luca Venezia, italiano che oramai da anni ha base il quel di Berlino.

 

La musiva di Curses risulta essere un mix di suoni marcatamente eighties, dove trovano posto riferimenti new wave e post-punk, ma da cui emerge una fascinazione per la cosidetta EBM (Electric Body Music).

La setlist inizia con "Get Lost", singolo presente in Next Wave Acid Punx (compilation curata dallo stesso Luca) e si sofferma sull’esecuzione di alcuni dei brani dell’ellepi appena pubblicato Another Heaven, quali "Caviar", "H2SG", "Elegant Death", "Helium", "Another Heaven".

Il concerto, accompagnato da una serie di visual, si è infine chiuso sulle note di "Miriam" (col suo accattivante iniziale giro di chitarra) brano apripista del precedente album Incardine e di "Surrender" tratto del primo album del 2018 Romantic Fiction, divenuto oramai un classico del gruppo.

Durante il concerto il sottoscritto ha vissuto un momento “d’antan” a seguito del lancio di una serie di rose da palco…chi vi ricorda?

Nota particolare: Luca alla fine del concerto mi ha rivelato che il nuovo disco, fresco di pubblicazione, essendo stato editato la settimana scorsa, per un disguido di spedizione, risultava essere fermo in frontiera e quindi il banchetto del merch ne risultava sprovvisto per alcune date.

 

Dopo la prima parte della serata, ecco salire sul “secondo” palco gli Starcontrol: rispetto al precedente concerto cui ho assistito al Tambourine di Seregno, Davide, Laura e Moreno hanno chiuso il loro set, come già fatto in precedenza da Castelli, con un nuovo brano “Atari” che è risultato di mio gusto ma, soprattutto, molto accattivante.

Come già scritto più volte, sentendo questi ragazzi (come anche Castelli) e tenuto conto che anche Luca (il frontman dei Curses) e 2/3 dei Nuovo Testamento sono italiani, penso che questa serata abbia certificato ancora una volta come il post-punk figlio degli anni Ottanta continui ad essere nel cuore di molti e dispiace sinceramente che, per quanto attiene i gruppi “più” italici, faccia fatica a emergere presso una platea più ampia.

 

La serata si è conclusa con il concerto dei Nuovo Testamento, trio composto dalla cantante Chelsey Crowley e dagli italianissimi Andrea Mantione alle tastiere e Giacomo Zatti alla batteria elettronica.

Il concerto, dalla durata di circa un’oretta, ha visto l’esecuzione della quasi totalità dei brani presenti nel primo album New Earth e di quelli inclusi nell’ultima produzione, Love Lines. Di seguito la scaletta (concessa direttamente da Giacomo alla fine del concerto): "Wildlife", "Heartbeat", "Michelle Michelle", "Vanity", "Love Lines", "Heaven", "Get Closer", "Perfect Storm, Heat", "The Searcher".

Bellissimo concerto ma qui, come talvolta mi succede, chiedendo venia a chi legge, ritengo necessario fare un excursus storico-musicale, che parte proprio dal drum-set di Giacomo.

 

Quelli che incominciano ad avere una certa età (e vi assicuro che al concerto erano in parecchi), non possono non avere notato la peculiare forma della batteria elettronica usata da Giacomo, che inevitabilmente mi ha fatto venire alla mente la gloriosa Simmons SDS-5, con i suoi caratteristici pad a forma esagonale e 5 moduli (cassa, rullante, 2 tom e timpano).

Tale batteria può essere considerata un “pezzo storico” nella storia della musica “elettronica”; venne commercializzata nel 1981 e, a discapito dei numerosi detrattori che spregiativamente affermarono che il suono era così osceno che sembrava il battere il coperchio di un bidone della spazzatura, negli anni Ottanta trovò diversi estimatori tra i batteristi, non solo synth pop.

Sì perché, non me ne voglia nessuno, ma i Nuovo Testamento per me sono pura italo-disco nel senso più nobile del termine: giri di tastiera sintetica catchy, bpm ancora “umani”, linee vocali e ritornelli che ti entrano immediatamente nell’orecchio e una quasi inconscia voglia di ballare che, per i meno dotati o semplicemente i più timidi, diventa il minimale battere il piedino.

Non ci credete? Ritenete che stia esagerando? Ascoltate "Wildlife", "Heartbeat" o "The Searcher" e mi direte. Vi auguro un buon ascolto senza pregiudizio.

Poi ci sarebbe da fare un più ampio discorso sulla retromania, o futurmania, ma ai posteri e ad ognuno di noi l’ardua sentenza.