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REVIEWSLE RECENSIONI
08/05/2021
Layla Zoe
Nowhere Left To Go
La voce eclettica, versatile e potente di Layla Zoe è il fil rouge di un disco appassionato, in cui rock, blues, soul e folk convivono in dieci, emozionanti canzoni

Giunta al suo quindicesimo album, la pluripremiata singer songwriter canadese Layla Zoe sforna, per l’ennesima volta, un filotto di canzoni appassionate e vibranti, concepite durante il 2020, annus horribilis, che ha lasciato strascichi indelebili nella storia dell’umanità. Un periodo complicato per chiunque, che la cantante ha messo tuttavia a buon frutto per scrivere, registrare e pubblicare questo Nowhere Left To Go, un album bellissimo, che mette in mostra le sue incredibili capacità vocali e la sua elevata qualità di scrittura.

Questa volta, però, si è autoprodotta e ha anche chiamato amici di talento da tutto il mondo (come Jackie Venson, Alastair Greene, Bob Fridema, Suie Vinnick, Guy Smeets, Brandi Disterheft e Dimitri Lebel) che hanno contribuito a dire vita e nerbo a dieci brani in cui blues, rock, folk e gospel vengono plasmati dalla voce potente e poliedrica della Zoe. Un disco che conferma, se mai ce ne fosse bisogno, la caratura di un’artista che ha iniziato a masticare musica fin dai quindici anni, che ha condiviso il palco con molti degli artisti più iconici del blues, tra cui John Mayall, Coco Montoya e Walter "Wolfman" Washington, e che ha anche vinto un European Blues Award come miglior cantante nel 2016.

Nowhere Left To Go è stato registrato, lo scorso anno, da remoto, nel rispetto del protocollo pandemico, anche se in realtà è quasi impossibile rendersene conto, dal momento che le dieci canzoni in scaletta suonano davvero coese e sono attraversate da una vibrante sensazione di calore, che si percepisce fin dall’apertura con sfumature gospel di Pray, scritta in collaborazione con Jackie Venson. Una canzone dai toni spirituali, carica di pathos, costruita attorno alla voce ispirata e profonda di Layla e a un intenso drive di pianoforte. Un modo coraggioso e atipico per iniziare un album, che Zoe usa per mostrare immediatamente agli ascoltatori, senza artifici e lusinghe, di che pasta è fatta.

Con la successiva title track, Nowhere Left To Go, Zoe mostra un volto completamente diverso: è una mid tempo blues/rock carico di impeto e grinta, il timbro si fa ruvido, travolgente, carico di energia. Una voce straordinaria, quella della Zoe, capace di cambiare continuamente registro, duttile e sfaccettata, vero tessuto connettivo che fa da collante al disco e ipnotizza l’ascoltatore, portandolo ovunque.  Anche fra le braccia funky rock di Don't Wanna Help Anyone, che fonde mirabilmente, in quasi cinque minuti di durata, Hendrix e Led Zeppelin, spingendo la tensione al parossismo, e plasmando, nuovamente, sonorità rock possenti, con la maestria di un’autentica fuoriclasse.

Con quella voce, la Zoe può fare veramente tutto, e in questi scintillanti quarantasei minuti ne dà prova, oscillando tra energiche e vibranti bordate, a momenti più raccolti e intimi. This Love Will Last, ad esempio, è un divertito R&B vecchia scuola, con la cantante canadese che tira fuori dal cilindro un’interpretazione ammiccante e sorniona, Susan è, invece, un blues pianistico spolverato dall’hammond, con la Zoe che morde e accarezza con grande trasporto, Lies, contrabbasso e voce, apre a fumose atmosfere jazzate, mentre Might Need To Fly una ballata dolcemente soul capace di commuovere alle lacrime.

Il finale è lasciato a Dear Mom, ballata in bilico fra folk e soul, e tenero omaggio di Layla alla propria madre. Morbida chiusura di un disco denso di pathos e ricco di colori, in cui ogni singolo nota vibra, ardente, nella luce accecante di un talento vocale unico. Inutile sprecare paragoni, come molti fanno, riesumando il fantasma di Janis Joplin. Layla Zoe è Layla Zoe: una delle voce più bollenti e ispirate del circuito roots.


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