I Calibro 35 sono un gruppo davvero particolare considerando il panorama italiano: hanno un sound (inteso come approccio musicale) che si direbbe più internazionale che italiano, anche se ha dichiaratamente affondato fin dagli inizi le proprie radici nelle colonne sonore dei film poliziotteschi anni Settanta, in Italia quindi un genere di nicchia per definizione. Però, mentre l’indie pop si faceva sempre più spazio nel mercato italiano, per poi lasciare più spazio all’itpop e successivamente alla trap music, i Calibro 35 hanno sempre continuato a percorrere la loro strada indisturbati, approfondendo sempre di più il sound delle colonne sonore dei polizieschi mescolandolo con il funk e un po’ di psichedelia sempre più presente.
Quando arrivano nel 2013 a pubblicare il disco Traditori di Tutti, sono ormai diventati un “fenomeno” non più ignorabile, dimostrando che per quanto se ne dica in Italia non abbiamo da invidiare niente a nessuno. I Calibro 35 avevano dimostrato che era possibile portare al grande pubblico musica di grande livello, anche se di nicchia. Questo lo hanno fatto sia pubblicando dischi sempre più belli, che proponendo concerti sempre più curati, percorsi musicali dal vivo, portati a livelli di perfezione tecnica e stilistica sempre più alti anche grazie alla formazione davvero eccezionale: infatti sono uno dei pochi progetti (se non l’unico) ad avere in lineup il produttore-fonico. Potete immaginarvi il mio stupore quando, la prima volta che li vidi live a Bologna, mi resi conto quando salirono sul palco che il quinto elemento era dietro al mixer.
Nel tempo i Calibro 35 sono diventati talmente un’istituzione che ormai, all'arrivo di un nuovo disco, si sapeva già cosa si sarebbe ascoltato, dimostrando che a volte un sound molto caratteristico può essere anche una lama a doppio taglio. Al netto della solidità espressiva della loro formula però, la band è ben lontana dal suo “canto della fenice” e lo ha dimostrato con l’opera maxima dedicata al Maestro Ennio Morricone, loro padre putativo-stilistico.
Per tutti questi motivi, quando hanno annunciato la pubblicazione di un nuovo album di inediti, la curiosità era molta e, ad aumentare l’hype, si è aggiunto il ritiro dalla formazione di Luca Cavina (attualmente pare non rimpiazzato, se non in studio da Roberto Dragonetti).
Il disco, Nouvelle Adventures, si presenta come un percorso nuovo, lontano dai soliti lidi sonori anche se la matrice originale è sempre presente. Si sente fin dalle prime canzoni che la base nasce da un mix tra la psichedelia e il funk-hip hop (solo a livello ritmico) e da questo punto di vista "Gun Powder" emerge subito all’orecchio: ricorda molto il tiro e il groove di “Notte in Bovisa” anche se si stacca molto dal panorama “polizziesco”.
Fin dal primo brano si sente da un lato che sono sempre loro, il loro marchio di fabbrica è presente, però è come se avessero cambiato location: hanno abbandonato la scena crime anni ’70 per entrare in un ambientazione che, guardando la copertina, capiamo essere molto alla Jules Verne o addirittura Steampunk. È come se il gruppo volesse portare l’ascoltatore a percorrere un viaggio nuovo, attraverso mondi fantastici a bordo di una astronave o di un dirigibile.
Questi aspetti e questi mondi non sono solo frutto dell’imprinting, sicuramente importante, fornito dalla bellissima copertina, ma si possono realmente percepire ascoltando le canzoni. “Extraordinaire” forse è in tal senso l’esempio più lampante: sembra la colonna sonora di un film e ci sono momenti in cui sembra di essere in un posto grandissimo, forse un canyon, e che per arrivarci si stia compiendo non si sa che incredible viaggio.
Sia chiaro, a livello di genere i Calibro 35 non si sono allontanati dal seminato: si tratta sempre di un mix tra funk, rock progressivo e psichedelia, ma è il modo in cui vengono mescolati questi elementi che hanno reso il risultato diverso da quello ottenuto precedentemente. Una capacità di rimessa in gioco delle proprie potenzialità e possibilità che diviene ancora più interessante e sfidante se si considera che è avvenuta alla vigilia del saluto di Luca Cavina.
Nouvelle Adventures è una cavalcata, un’unica tirata di dieci brani per una durata di quarantaquattro minuti che passano in un sol fiato. L’ascolto, inoltre, è molto più omogeneo rispetto ad altre pubblicazioni precedenti e non stanca anche dopo innumerevoli ascolti. Dopo quindici anni di carriera onoratissima, dopo una defezione così importante, i Calibro 35 sono riusciti a ricominciare puntando la rotta verso nuovi lidi, e di questo non possiamo che essere lieti, poichè presentare qualcosa di nuovo senza snaturare il progetto a questo punto della carriera non è cosa scontata.
Che aggiungere quindi di altro se non augurare buon ascolto a chi ancora non ha intrapreso questa "nuova avventura" sonora e lunga vita ai Calibro 35!