Innovatori, indipendenti, colorati, energici e appassionati. Gli inglesissimi Enter Shikari con Nothing Is True & Everything Is Possible hanno fatto una sintesi estrema e sperimentale di tutto quello che sono stati negli anni precedenti, portandola ad un livello successivo. Si sono rinnovati e si sono guardati dentro guardando oltre, evolvendo suono e obiettivi grazie al concetto chiave di possibilità e potenzialità.
Niente a questo mondo, oramai, rischia di essere vero, ma tutto è possibile.
Non si può dire che gli Enter Shikari non abbiano avuto modo di cambiare volto e sfumature e, in alcuni casi, anche tipologia di fan. Dopo gli esordi come pionieri dell’electronicore (un genere che unisce il suono tipico del post-hardcore con il metalcore, l’elettronica, la musica trance, il drum and bass e la dubstep), il loro sound ha progressivamente incluso sonorità più rock e pop. A livello di strumentazione, oltre alla solita triade chitarra-basso-batteria e ai sintetizzatori, si sono aggiunti anche strumenti tipici della musica classica e del jazz. Inoltre, a livello vocale, i diversi album hanno potuto vedere la voce del talentuoso frontman Rou Reynolds passare dal pulito, al rappato, al parlato, allo scream, fino ad alcuni picchi di falsetto o baritono nell’ultimo lavoro. La varietà delle possibilità è sufficiente?
Bene, perché tutto questo ora non lo sentirete solo in parte (il metalcore di Take to the Skies, il drum’n’bass di Common Dreads o la svolta più pop-rock di The Spark), ma tutto insieme, in salsa più elettronica, più orchestrale e più alternative che mai. In meno di 45 minuti.
Quello di Nothing Is True & Everything Is Possible è un viaggio sonoro attraverso 15 tracce, strutturate attraverso gli stilemi della musica classica, da cui prende spunto per l’architettura e per la forma, come nel caso delle bellissime “Waltzing Off the Face of the Earth” in due movimenti (I. Crescendo e II. Piangevole), colorate dagli ottoni, e dei due magici volti di “Marionettes” (I. The Discovery of Strings e II. The Ascent), per poi farsi anche sostanza in “Elegy For Extinction”, con un arrangiamento registrato con la City Of Prague Symphony Orchestra.
Tale struttura è poi una tavolozza d’artista, folle e variegata, tanto da risultare quasi vertiginosa ad un orecchio poco abituato, riempita talvolta di un elettronica così spinta da arrivare al rave, come nel caso di “T.I.N.A.”, altre volte tinta da sonorità molto più pop e quasi alla The 1975, come nel caso di “Crossing The Rubicon”, fino ad arrivare all’interludio quasi jazz di “Reprise 3”. In mezzo tutto il resto.
L’impegno profuso dai quattro ragazzi dell'Hertfordshire nell’ultimo disco, però, non finisce qui. L’attenzione e la cura per Nothing Is True & Everything Is Possible si deducono anche dal fatto che il frontman Rou Reynolds, già coproduttore degli ultimi lavori del gruppo, in questo caso - per la prima volta - ha prodotto interamente l’album, curandolo in ogni dettaglio. Le emozioni trasmesse sono le più diverse, dalle più cupe alle più ironiche, perché per Raynolds la sua arte deve rappresentare la sua vita.
Chi di noi si sente sempre e solo arrabbiato, depresso, speranzoso o felice? Siamo tutto, talvolta contemporaneamente. E così dovrebbe suonare la musica che esprime i nostri sentimenti.
Per rendere realmente di valore un album, però, manca di considerarne un pezzo fondamentale: i testi. Se nel precedente The Spark erano focalizzati sulla vulnerabilità umana, in Nothing Is True & Everything Is Possible sono incentrati sulle sue potenzialità.
Come ama dire lo stesso Raynolds, alcuni fanno musica per divertire o distrarre, gli Enter Shikari fanno musica per confrontarsi e attaccare. Da sempre attivisti e socialmente consci delle dinamiche spesso degenerate di questo mondo, critici rispetto all’assetto economico, energetico, politico e di senso del nostro vivere contemporaneo, in questo album si occupano dei problemi della nostra realtà, con lo scopo di far pensare e non di regalare mai facili consolazioni.
In “modern living…”, ad esempio, Rou usa il termine “apocaholic”, ironizzando su quella che ormai, specialmente sui mezzi di informazione e sui social network è una dipendenza e un’ossessione per il pessimismo; il lasciarsi andare ad esagerazioni ed esasperazioni di tutti i generi, non ultime quelle apocalittiche. Il sensazionalismo vende, ma quelle che si sono vendute al suo altare sono state più spesso le nostre menti e la nostra attenzione, tanto da svendere ogni razionalità e ogni senso di prospettiva verso un bene comune.
«We're Apocaholics, drinking gin and tonics. Lying in the flowers, counting down the hours».
Quella che stiamo vivendo è una lotta a suon di esagerazioni, ognuna figlia delle proprie convinzioni ideologiche, quando va bene. Quando va male sono solo tecniche di distrazione di massa, che in questo caso sono incluse nell’album a livello stilistico: nel modo di scrivere i titoli delle tracce, spesso ricchi di parentesi e accenti inusuali, ma anche nella stessa copertina del disco. Un'antica statua greca atta a simboleggiare la saggezza della civiltà, la nascita della filosofia, del pensiero critico, della logica e della razionalità, e una barra in technicolor sulla sua bocca, a rappresentare la censura e la volontà della nostra società di ignorare quei pilastri.
Ogni giorno siamo bombardati da marketing e pubblicità, tutto è in competizione per la nostra attenzione, che spesso dovremmo avere il coraggio, la razionalità e la saggezza di dirigere altrove, verso ciò che conta per davvero, con coraggio, esuberanza e, perché no, ottimismo. Almeno nel provarci, a rendere migliori il posto in cui viviamo e le relazioni che instauriamo. Siamo una comunità, che abita su un unico e solo pianeta, insieme abbiamo la possibilità di rendere tutto possibile, se solo lo vogliamo. Anche se ogni cosa che ci viene detta o promessa non sembra mai capace di essere vera.
Niente è vero, tutto è possibile. La magia e la sperimentazione in Nothing Is True & Everything Is Possible sono pienamente reali. Non solo un disco, ma un prodotto artistico nel senso più alto del termine.
Pronti a questo folle e variegato viaggio? Un'unica cura: non allacciatevi le cinture, avrete quasi sicuramente voglia di ballare.