Cerca

logo
THE BOOKSTORECARTA CANTA
Non Esistono Buone Intenzioni
Katarzyna Bonda
2018  (Piemme)
LIBRI E ALTRE STORIE
7/10
all THE BOOKSTORE
03/02/2025
Katarzyna Bonda
Non Esistono Buone Intenzioni
Un romanzo ben scritto e interessante, a cui mancano, però, le caratteristiche che rendono palpitante un thriller

La ex poliziotta e profiler Sasza Za?uska, trentasei anni e i capelli rosso fuoco, ne sa qualcosa di pessime scelte. Ma adesso è tornata a casa, a Danzica, sulla costa ventosa del mar Baltico, ed è decisa a ricominciare, insieme alla piccola Karolina. Senza un uomo, e senza l'alcol: non ha più bisogno di nessuno dei due. Ma sfuggire al passato non è facile. E per Sasza Za?uska c'è un richiamo più forte di tutto: quello della vecchia vita. Così, quando un ex sbirro della polizia di Danzica la rintraccia per un lavoretto di profiling, Sasza suo malgrado accetta. Ben presto, maledicendosi per il tempo sottratto alla figlia, e per la voglia di bere che torna prepotente, si troverà a indagare sull'omicidio di un cantante famoso e a fare coppia di nuovo con il commissario Duchnowski detto Duch, un uomo che ne ha viste abbastanza per decidere che nella vita non ci sono amici, c'è solo l'alcol. Finiranno così a navigare insieme il sottobosco criminale di una Danzica cupa e ottenebrata, tra donne che hanno perso tutto, compresi gli scrupoli, preti che non credono in Dio, e gente piena di buone intenzioni finite molto male. Fino a imbattersi in una vecchia storia d'amore diventata storia di vendetta, come cantava il cantante ammazzato nella sua unica hit, Ragazza del Nord.

Ex poliziotta ed ex alcolista, Sasza Zatuska, schiva e abile profiler, appena tornata dall’Inghilterra a Danzica, sua terra natale, viene coinvolta dalla polizia locale per tracciare il profilo dell’assassino di un cantante famoso, ma ormai ai margini della scena musicale polacca. Una testimone, sopravvissuta al delitto, indica immediatamente il colpevole, una giovane barista che lavora nel club frequentato dal cantante. Ma qualcosa non quadra e le indagini, che coinvolgono un prete famoso, la mafia, poliziotti corrotti e i loschi intrighi di una finanziaria che ha sede in tutto il Paese, finiscono presto in un cul de sac. Saranno la testarda profiler, un ispettore di polizia anarchico e intollerante alle gerarchie, e un bonario agente della scientifica a far luce sul complesso caso, la cui soluzione sta tutta nel testo di una canzone di successo.

Non Esistono Buone Intenzioni è un romanzo costruito, capitolo dopo capitolo, con sapienza e con precisione certosina, dando respiro alla storia di tutti i personaggi coinvolti, grazie a una prima parte in cui vengono ricostruiti gli antefatti di quella che poi sarà la vicenda principale. La scrittura è ottima, così come la capacità della scrittrice di indagare su quel male di vivere chiamato alcolismo e di raccontare la realtà di un paese, la Polonia, che sembra vivere in una terra di mezzo fra modernità (le tecniche di investigazione, un certo lusso di facciata sfoggiato scimmiottando l’occidente, etc) e una cultura cattolica radicatissima in un tessuto sociale che appare ancora legato a doppio filo agli anni della guerra fredda.

Se questi sono gli elementi più interessanti del romanzo, per converso, si assiste a una complicatissima messa in scena in cui, e questo è forse un limite del lettore occidentale, i ritmi sono tutt’altro che frenetici e i colpi di scena centellinati col misurino. La lettura, poi, è, forse, resa più complessa da nomi di personaggi che, vista la distanza lessicale con l’Est Europa, non sono facilissimi da memorizzare, e qualcosa si perde, inevitabilmente, a causa della lunghezza del libro, che supera le seicento pagine, rendendo più sfumato il filo narrativo. Non Esistono Buone Intenzione è, in definitiva, una lettura inconsueta e piacevole, ma difficile da poter inserire tout court nel filone thriller, che ha bisogno di qualche palpito in più.