Ennesimo album live pescato dai suoi infiniti archivi, Noise & Flowers fotografa Neil Young durante il tour europeo del 2019 insieme ai Promise Of The Real, la band capitanata da Lukes Nelson, con cui il canadese ha già registrato due album in studio (The Monsanto Years e The Visitor) e uno dal vivo (Earth).
Il disco contiene quattordici canzoni pescate da nove concerti tenuti in giro per l’Europa appena due settimane dopo che Elliot Roberts, amico di una vita di Young e suo manager da oltre 50 anni, è morto all'età di settantasei anni. Young si è accostato, quindi, a ogni spettacolo con l’intento di celebrare e onorare la memoria di Roberts. Nelle note di copertina dell'album, il rocker spiega: "Suonare in sua memoria lo ha reso uno dei tour più speciali di sempre. Ci siamo messi in viaggio e abbiamo portato il suo grande spirito con noi in ogni canzone. Questa musica non appartiene a nessuno. È nell'aria. Ogni nota è stata suonata per il grande amico della musica, Elliot.” E si sente. L’atmosfera è vibrante, Young e i Promise Of The Real suonano con trasporto e fanno quello che sanno fare al meglio, in tutti i brani in scaletta.
Nel rendere omaggio al manager che ha guidato la carriera di Young per oltre mezzo secolo, Noise & Flowers esplora tutti gli angoli della sua vasta discografia. Nel disco convivono inni immortali ("Mr. Soul", "Helpless", "Rockin' in the Free World", "Alabama") con brani risalenti agli anni '70 eseguiti raramente ("Field of Opportunity", "On the Beach") oltre a gemme degli anni '90 ("From Hank To Hendrix", "Throw Your Hatred Down").
Il disco si apre con una versione vertiginosa del classico dei Buffalo Springfield, "Mr. Soul", e all'inizio si ha quasi l’impressione che sia una cover di ("I Can't Get No") Satisfaction dei Rolling Stones. La band è sul pezzo, la musica gira a mille, l’elettricità è palpabile, e sembra davvero che Young stia ricordando il primo incontro con Elliot Roberts, avvenuto cinquant’anni fa. Una sensazione, questa, che permea tutta la durata di questo Noise And Flowers. Come, ad esempio, nella successiva "Everybody Knows This Is Nowhere", in cui l’interazione vocale fra Lukas e Micah Nelson, Corey McCormick e Young evoca la sensazione di essere immersi in una gloriosa registrazione dei CSN&Y.
L'interplay tra Young e i Promise of the Real è fantastico e, oserei dire, che la band riesce spesso a replicare il grande sound dei Crazy Horse: con intuizione quasi telepatica, i ragazzi assecondano alla perfezione il canadese, sia durante le numerose e rumorose sfuriate rock, sia quando il suono si addolcisce in morbide ballate country. La scaletta è una sorta di greatest hits dal vivo, e vengono suonati molti di quei brani che ti aspetti sempre di sentir suonare dal vecchio zio Neil: una versione travolgente di "Rockin’ In A Free World", le sempre splendide "Alabama" e "Comes A Time", un’emozionante "From Hank To Hendrix", e le conclusive turbolenze elettriche di una sferragliante "Fuckin Up". Ci sarebbe stata bene anche "Hey Hey, My My", ma non si può chiedere tutto alla vita e, in definitiva, va bene così.
Perché Noise & Flowers è un live intenso e vibrante, e considerato il fatto che è stato registrato solo tre anni fa, suggerisce una cosa importante, la più importante di tutte: che Young, nonostante la veneranda età, è ancora in forma smagliante e, soprattutto, è sempre pervaso da una voglia matta di suonare, e di divertirsi facendolo.