Fin dai tempi del primo, bellissimo, Birds Fly South (2012), ho sempre apprezzato la capacità dei coniugi Masterson di scrivere canzoni sospese in bilico su una melodica leggerezza, accattivanti e di facile ascolto, senza che però venisse meno una coerenza di fondo, la volontà di essere fedeli a un credo artistico e di non piegarsi alle mode del momento, in nome di un maggior appeal commerciale.
Mainstream, certo, ma con intelligenza e qualità. E non è un caso che anche questo nuovo No Time For Love Songs, pur con il consueto approccio molto melodico, sia un disco, non solo suonato con perizia tecnica e passione, ma che, a livello di liriche, denota la volontà di scartare dall’ovvio e di gettare uno sguardo attento sulla società americana e sui tempi grami che stiamo vivendo (e chissà come avrebbero suonato queste canzoni se fossero state scritte in questi drammatici giorni di pandemia).
“Voglio cantare una canzone / Che ti farà fermare e pensare / Invece di chiudere un occhio su tutto ciò che è sbagliato”, canta Chris Masterson sulla traccia di apertura che dà il titolo al disco. Non è più tempo di parlare d’amore, ma occorre fare attenzione al mondo che ci circonda e raccontarne le storture. I Mastersons riescono in questo intento senza tradire la propria idea di musica, che è sempre stata, e rimane, un folk pop leggiadro, dolce e vagamente malinconico, capace però, in questo caso, di sondare e raccontare le preoccupazioni sociali, la socialità e la politica dell’era trumpiana.
Temi ripresi in molte delle dieci canzoni originali che compongo la scaletta, come ad esempio in Spellbound, in cui si parla di “adorare il mostro”, con ovvio riferimento alla Casa Bianca, o nella splendida Eyes Open Wide, esatto punto di fusione fra Byrds e Fleetwood Mac, in cui l’invito alla militanza è diretto e senza fraintendimenti (“La testa non è nella sabbia, prendi posizione, decidi tu”), o ancora in There Is Song To Sing, in cui “la canzone da cantare” altro non è che un richiamo a schierarsi (dalla parte dei democratici, soggiungo).
Da un punto di vista musicale, come si diceva, le canzoni di No Time For Love Songs (registrato nei leggendari Sunset Sound Recorders, che, tra l’altro, furono la casa dei Beach Boys e dei Doors) non si discostano da quanto già avevamo potuto apprezzare nei lavori precedenti: folk intriso di pop, perfette armonie vocali, mood agrodolce, e un diffuso, ma mai opprimente, senso di nostalgia. Merito anche di Shooter Jennings, qui in veste di produttore, che ha saputo cogliere perfettamente l’anima del songwriting dei Mastersons e che ha reso tutto più agile, lavorando su arrangiamenti che talvolta fanno suonare queste canzoni molto vicino ad alcune cose già ascoltate dai Fleetwood Mac.
No Time For Love Songs è, quindi, un disco capace di dire cose serie, pur trasmettendo soprattutto il piacere puro dell’ascolto: canzoni leggere e al contempo intelligenti, che non cambieranno, certo, il corso della storia, ma che, altrettanto certamente, hanno il merito, non da poco, di farci stare bene.