Non è un inizio facile, quello che porta quattro ragazzi di Limerick, capitanati dalla vocalist Dolores O’Riordan, a pubblicare Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We, esordio del 1993, pubblicato sotto l’egida Island Records, con il nome di Cranberries. Una serie di Ep, l’ultimo dei quali intitolato Uncertain (1991), che passano quasi sotto silenzio, problemi con la casa discografica e i produttori, grande attenzione da parte della critica ma un quasi inesistente ritorno di vendite, è l’abbrivio di una storia che, in pochi anni, però, prenderà ben altri contorni.
Il loro primo disco, però, pur ricevendo giudizi entusiastici dalla stampa specializzata, in patria e Inghilterra riceve una tiepida accoglienza, nonostante l’immediatezza e la fantasia di cui si vestono canzoni che raccolgono la tradizione celtica vestendola con gli abiti del pop chitarristico di matrice britannica, che evoca Smiths e Stone Roses. Canzoni fresche e godibili, come Linger, Dreams o Sunday, che sembrano fatte apposta per scalare le charts e che invece restano ferme al palo, fino a quando la band irlandese, parte per un tour negli States, ad aprire i concerti dei Suede.
I giovani americani sono i primi ad accorgersi del talento della band irlandese, Dreams vola ai vertici delle classifiche statunitensi e i Cranberries vengono adottati dalle radio FM statunitensi, che passo con frequenza le loro canzoni. Di riflesso, l’eco arriva così anche in Europa, e la band inizia a raccogliere i primi frutti di tre anni di lavoro decisamente complicati.
Il boom di vendite e il successo quasi planetario, però, arriveranno con il successivo No Need To Argue (Non c’è bisogno di discutere), che esce a fine settembre del 1994 e in poco tempo fa incetta di dischi d’oro e di platino, piazzandosi ai vertici delle classifiche di tutta Europa, trainato dal leggendario singolo Zombie. Un successo decisamente meritato, visto che il secondo full length della band suona più coeso, maturo e curato del precedente, coagulando in tredici canzoni un suono che di lì a breve sarà immediatamente riconoscibile, grazie a un elegante equilibrio fra evocazioni folk e sferzante pop rock, trainato dalla chitarra (elettrica e acustica) di Noel Hogan, seconda mente pensante del gruppo. Il marchio di fabbrica, però, risiede soprattutto nella voce di Dolores O’Riordan, il cui cantato singhiozzante e appassionato diviene indiscussa icona degli anni ’90, decennio in cui i Cranberries firmano i capitoli migliori della loro discografia.
Il disco, dicevamo, scala le classifiche di mezzo mondo, nonostante, anche rispetto al predecessore, un filotto di canzoni non proprio solari, il cui suono, talvolta spinto dall’irruenza di chitarre distorte (Zombie) talvolta carezzevole (Ode To My Family), è quasi sempre attraversato da languori malinconici, in un perfetto gioco di luci e ombre. Un disco, dunque, dai contorni mesti e depressi (Disappointment, Everythig I Said, Daffodil Lament), a tratti cupi (Empty), capace di attualizzare il folk celtico (Ode To My Family), di mostrare il ringhio feroce della militanza politica (l’incalzante e caustica Zombie, sulla situazione nordirlandese), di sposare la causa alt rock (Ridicolous Thoughts) e di aprirsi a poetici spiragli di luce (Dreaming My Dreams, l’unico momento davvero rilassato del disco).
No Need To Argue mostra fin da subito le stigmate dell’instant classic e a distanza di tempo può essere considerato uno dei dischi più significativi degli anni ’90. Non è un caso, quindi, che dopo nemmeno dieci anni, e cioè nel 2002, veda la luce una prima riedizione, intitolata No Need to Argue (The Complete Sessions 1994-1995), contenente cinque tracce aggiuntive precedentemente pubblicate come b-side dei singoli tratti dall'album originale, e quindi, nel 2020, una più esaustiva reissue, per la felicità di tanti fan, orfani della voce di Dolores O’Riordan.
La nuova versione digitale e in doppio CD, infatti, è stata ampliata e rimasterizzata, e include ora 19 brani inediti tra cui le tre B – sides (Away, I Don’t Need e So Cold In Ireland), oltre a due tracce mai pubblicate (Yesterday’s Gone, registrata per MTV a New York nel 1995, e una versione demo di Serious, sino a ora vista ed ascoltata unicamente in un filmato di bassa qualità su YouTube). L’edizione 2CD DeLuxe presenta inoltre scatti inediti tratte dalle sessioni fotografiche dell’album, mentre la versione in doppio LP include l’album rimasterizzato, le tre B-sides e le extra tracks Yesterday’s Gone e (They Long To Be) Close to You, cover del brano dei Carpenters.