Di Caroline Crawford forse qualcuno di voi si ricorderà come voce solista in "Let's Start The Dance", megahit dell'era disco ad opera di Hamilton Bohannon; i più malati, come il sottoscritto, magari saranno andati a scavare, desiderosi di conoscere se la cantante in questione avesse lasciato qualche traccia in più della sua arte canora.
Si perdono nel lontano 1960 i primi vagiti canterini della Crawford, quando appena tredicenne arrivò a vincere un talent show presso una stazione radiofonica di Detroit, la WCHB, che le varrà un contratto discografico presso la Motown Records. Tanto ben di Dio non sarà per niente sfruttato dalla Crawford che dopo appena tre 45 giri, di cui uno scritto da Smokey Robinson e relativi flop di vendita, vedrà non rinnovarsi il contratto. L'ultimo suo disco per la Motown "When Someone's Good To You" avrà gloria postuma ai giorni nostri grazie agli appassionati del Northern Soul, e a ragione direi: ascoltate siffatta meraviglia e poi mi direte.
Dopo altre esperienze infruttuose in due gruppi vocali femminili, nel 1976 la carriera della Crawford cambierà radicalmente una volta entrata a far parte dell'entourage del grande Hamilton Bohannon: sei dischi in cui darà una marcia in più ai desiderata sonori del musicista afroamericano, e insieme arriverà anche il successo, pur se non in prima persona.
Ma della Crawford vorrei parlarvi anche riguardo alla sua carriera solista, composta da soli tre album incisi per la Mercury Records tra il 1978 ed il 1990 e in particolare dell'album mezzano del 1979, "Nice and Soulful", prodotto come il primo uscito, "My Name Is Caroline", da Hamilton Bohannon. Il primo sentimento che prende ascoltando il disco è un certo rammarico nel sapere che i lavori solisti della Crawford siano diventati nel tempo delle rarità conosciute da pochi; il secondo è quello di trovarsi davanti ad un bel lavoro di soul funk dove ad una voce ricca di sfumature tonali si abbina, nei brani virati in funk, una strumentazione secca ed essenziale orfana dei fiati, di cui in questo contesto non se ne sente davvero la mancanza. "I'll Be Here For You" è il brano che apre il lavoro, canzone soul con un bell’arrangiamento di archi e assolo di sax (uno dei soli due brani con la presenza di uno strumento a fiato). Con il secondo pezzo, "Can't Hold Me Back", si plana in direzione Bohannon e si fila diritti nel funk più puro, senza compromessi con chicchessia.
Funk che ritroviamo in "The Strut" e in "Havin’ Fun", dopo la parentesi slow soul di "Love Me Or Leave Me Alone" (apprezzate qui la pastosità vocale della Crawford): ecco, questi due brani oltre a rappresentare uno degli apici della produzione di Bohannon confermano che non ci dobbiamo fidare di chi la musica la prende come una cosa futile e semplicistica. Cosa vi hanno raccontato di Bohannon? Che è un musicista "disco", probabilmente. (Bene, a chi vi ha fatto credere che è solo questo, avete il mio permesso di prendere questi due pezzi e cacciarglieli su per il culo). In mezzo a questi due brani, c'è tempo per rilassarsi con "The Facts Of Life", ballatona infinita che vorresti non finisse mai.
Per favore, ascoltate questo disco e fate uscire dal dimenticatoio Caroline Crawford.