I Rappresaglia sono nati a Milano nel 1982, nel pieno della scena punk hardcore italiana. Dopo i primi dischi, però, hanno abbandonato il lato più hardcore per seguire il primigenio richiamo del punk di fine anni Settanta, quello di band come Ramones, Clash e Stiff Little Fingers.
Da trent’anni sui palchi italiani ed europei, oggi i quattro ragazzi non solo tornano ai live, ma presentano un nuovo album a ben 15 anni di distanza dall’ultimo Sopravvissuti (2003).
Con soli 34 minuti per 14 tracce, in questo Neurotik si respira una sapiente miscela di punk rock old school, chitarre che sanno fare il loro lavoro, cori che partono nel momento giusto, ritmi che si modulano nel corso dell’ascolto ma non mollano mai la presa e arrangiamenti che riescono a suonare come classici e personali al tempo stesso. Un mix che fa alzare il volume, tamburellare con le mani e muovere la testa dalla bella traccia di apertura “Buried Alive”, sino alla fine dell’ultima “Uncontrollable Urge”, una cover dei Devo.
Degna di particolare apprezzamento, inoltre, la non scontata scelta di cantare testi sia in italiano sia in inglese; una notizia in cui la novità non è tanto il fatto che lo facciano, quanto che risultino straordinariamente credibili in ognuna delle due vesti: in italiano risultano la perfetta punk band italiana, in inglese potrebbero essere scambiati per una famosa band anglosassone della scena punk. E sì, nel caso non fosse abbastanza chiaro a chi non li conoscesse: la pronuncia è ottima in entrambi i casi.
Il senso dell’album e il motivo per cui si chiama Neurotik è un richiamo alla nevrosi che caratterizza il tipo di persone che siamo oggi: ansiosi, facilmente irritabili, agitati e con uno stile di vita affannoso. Saremo anche guidati dalle migliori intenzioni, ma l’ambiente e il tempo in cui ci troviamo a vivere è quello di una società schizofrenica ed egoista, in cui gli strumenti di critica e le capacità di analisi latitano sempre di più.
Insomma, è un mare in cui non è sempre facile nuotare.
In questo oceano dove i punti di riferimento si contano sulle dita di una mano, però, i Rappresaglia ci offrono una zattera: ci fanno sapere che, alla faccia di tutto, vogliono ancora credere nei principi di unità, amicizia e solidarietà. Tre delle parole chiave di chi, come loro, continua ostinatamente a vivere e sudare nel piccolo e meraviglioso microcosmo dei punk.
Al di là dei temi e dei testi che sottostanno all’album, Neurotik è energetico, colorato e pieno di voglia di combattere. Adattabile a diverse occasioni di ascolto, può essere il sottofondo di un viaggio in macchina (di quelli in cui non riesci a tenere ferma la testa e canti i ritornelli), la compagnia musicale ad una grigliata con gli amici o ad una positiva serata in solitaria davanti al pc. Se poi lo si ascolta direttamente ad un live, ancora meglio.
La sensazione che si prova, alla fine, rimane la stessa: che il sole stia entrando e che da un momento all’altro ci si ritrovi a saltare abbracciati ad un mucchio di amici, urlando insieme contro a qualsiasi domani ci riservi il futuro.