Basterebbero le prime battute della prima canzone dell’album Don’t try to help me anymore per farci (re)innamorare di questo gruppo spagnolo: un giro di basso groovy, l’aggiunta dell’organo che caratterizza il sound della band iberica e poi tutto il resto, compresa una chitarra che più sixties non si può.
Vi ricordate qualche tempo orsono quando si affermarono sulla scena musicale gruppi come Interpol, Bloc Party, White Lies e via dicendo? Le riviste specializzate parlarono di una “New wave della New Wave” per individuare un elemento comune nelle band, ovvero il recupero del suono post-punk di inizio anni Ottanta; ebbene sentendo The Smoggers, come giustamente scritto dal più grande conoscitore italico della materia, Reverendo Lys, si può parlare di Revival del Revival.
È difatti evidente come la “stella polare” di questo combo siano i Fuzztones di Rudi Protundi: stesso suono che tende al “darkeggiante”, la stessa predilezione ad un settaggio dell’organo tendente al registro altro, la voce un poco “sguaiata”, la stessa mise in scene di Fernando Jiménez, la presenza femminile di Ana Gonzàlez, e così via.
Del resto, l’album è stato preceduto da un singolo, pubblicato su di un’altra label di settore, la portoghese Chaputa! Records, dove coverizzano “Strychnine” dei Sonics e “She’s wicked” dei soliti Fuzztones (che, a loro volta, contano quale proprio pezzo forte la stessa "Strychnine").
Quindi, in poche parole, un recupero del sound garage sixties, filtrato dalla precedente rielaborazione degli anni Ottanta. Mi ha infatti sorpreso che The Smoggers non fossero presenti tra gli altri gruppi nel duplice doppio cd pubblicato dalla etichetta personale di Rudi Protundi, Sin Records, Illegitime Spawn e Illegitime Spawn II, dove ognuno dei partecipanti coverizzava una song del seminale gruppo USA.
My Last’N’Rock inizia questa ventunesima (!) uscita della band con “Don’t try to help me anymore” seguita da “Looking For A Lie”, dove il garage punk si fonde con atmosfere talvolta doorsiane, citate in maniera palese nell’incipit della successiva “You got it”, con il suo intermezzo un poco “stoned”, per poi riesplodere, con un crescendo d’organo, che ci conduce al finale.
La title track, “My Last Rock’n’Roll”, riaccende il beat e i cori e contro cori rendono il brano godibile, impreziosito da un passaggio con fisarmonica a bocca. “It’s too late” prosegue nel mood sopra descritto, mentre il resto dei pezzi dell’album (dieci in tutto) forse non risultano al livello dei pezzi sopra descritti, ma in ogni caso basta e avanza per apprezzare questo combo iberico che ha oramai sposato definitivamente l’idioma inglese rispetto al patrio spagnolo (e considerato che ritengo che gli spagnoli siano l’unico popolo che parla l’inglese peggio degli italiani, ho detto tutto).
Per chi considera i Fuzztones una ragione di vita, gli Smoggers sono un must, troverete nel loro sound le stesse sinuosità dell’organo, le atmosfere creepy, le urla gutturali, il drumming tribale, i riff di chitarra, etc.. Ascoltate e mi direte.