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REVIEWSLE RECENSIONI
Movimento
Arancioni Meccanici
2024  (Gelo Dischi / Believe)
POST-PUNK/NEW WAVE BLACK/SOUL/R'N'B/FUNK
7/10
all REVIEWS
24/09/2024
Arancioni Meccanici
Movimento
Gli Arancioni Meccanici tornano con Movimento, una raccolta esaustiva dei singoli “post reunion” con l'aggiunta di un inedito, dove la ruvidezza Punk dei primi anni lascia il posto a un singolare incrocio di Funk e New Wave.

Ci è voluto più tempo del previsto per il ritorno su full length degli Arancioni Meccanici. La band milanese (che si è trovata un monicker geniale unendo in un singolare gioco di associazione i monaci buddisti con l'arancia meccanica di Burgess/Kubrick) aveva realizzato due dischi tra 2010 e 2013, prima di prendersi una pausa a tempo indeterminato per motivi personali e lavorativi. Sono tornati sulle scene nel 2020, con una formazione in parte rinnovata, e da allora hanno realizzato una manciata di singoli che, nelle intenzioni, avrebbero dovuto costituire l'antipasto del terzo album in studio.

Era stato proprio nel mezzo di questa fase che li avevo intervistati, nel 2021, ma ci sono voluti altri tre anni prima che il disco vedesse effettivamente la luce.

Alla fine Movimento risulta essere una raccolta esaustiva dei singoli “post reunion” con l'aggiunta di un inedito. È comunque utile avere tutto in unico luogo: un po’ per il traguardo raggiunto dopo così tanto tempo, un po’ perché ci permette di ottenere una fotografia il più fedele possibile dello status odierno del gruppo.

 

Rispetto ai primi anni c’è stato un certo spostamento, con le sonorità che si sono in un certo senso ammorbidite, la ruvidezza Punk a lasciare il posto ad un singolare incrocio di Funk e New Wave. Una mutazione ancora più evidente se si ascoltano di fila “Italo Disco”, omaggio allo stesso tempo ironico e affezionato ad un sotto genere che ha in qualche modo veicolato l'immagine mediatica del nostro paese nel cruciale decennio degli Eighties (non a caso a metà del brano vengono campionate le voci di alcuni dei protagonisti di quegli anni, da Ezio Greggio a Bruno Pizzul, da Sabrina Salerno a Giovanni Spadolini), “Vietnam” e “Zombie Jungle” (anche quest’ultima offre un lucido ritratto del nostro paese, seppur in chiave satirica): un terzetto di brani ad alto ritmo, con una sezione ritmica martellante, il largo utilizzo dei Synth a creare melodie ruffiane a tratti irresistibili, ritornelli coinvolgenti e di facile presa.

Bello poi farsi prendere dal Funk di “Disco d'argento”, con un gran bel solo di sax di Andy (Andrea Fumagalli, conosciuto soprattutto per il suo lavoro coi Bluvertigo) che ne rappresenta un autentico valore aggiunto; e ancora “Combustibile”, che è invece costruito attorno ad un riff ipnotico e al solito ritornello coinvolgente.

Se “Summertime” (l’unica col testo in inglese) ha echi Disco ed il Synth come strumento principale, “Mi manchi (My Monkey)”, l’unico brano finora inedito, con una divertente assonanza nel titolo, è quasi una ballad, con un non so che di psichedelico nel mood.

 

Movimento offre, anche nel titolo, l'indicazione di un processo evolutivo che, al punto in cui è arrivato, ci consegna un gruppo volutamente datato e allo stesso tempo fresco nell'aproccio, che ha come dote principale quella di saper scrivere pezzi che vanno dritti al punto con pochi ingredienti.

Pensare di poter andare da qualche parte in Italia con una proposta del genere risulta oggi piuttosto utopistico: anche per questo motivo andrebbero considerati con attenzione.