Artista acclamato, il cui debutto, Here Be Monsters, nel 2001 fu nominato al Mercury Prize, Ed Harcourt negli ultimi anni si è dedicato al songwriting per altri artisti.
Assieme all’annuncio del suo nono album di studio, condivide il video di “Drowning In Dreams”, girato in Islanda dal fotografo e video maker Steve Gullick.
Dopo il precedente album Beyond The End, Monochrome To Colour è il secondo album consecutivo di pezzi strumentali potenti e cinematografici, ma laddove Beyond the End era meravigliosamente malinconico, scivolando tra le scie di vapore dei ricordi che se ne vanno, Monochrome To Colour è una collezione più estatica.
“Il nuovo album,” dice Ed, “ha sicuramente un senso di esplosione ed euforia in alcuni punti. Una cosa enormemente importante per me è la melodia. Suono cresciuto suonando Mozart e Beethoven. La melodia è tutto.”
Registrato nello studio personale di Ed, il Wolf Cabin, un super-capannone ben equipaggiato nel giardino di famiglia situato nell’Oxfordshire rurale, l’album presenta i contributi di Clive Deamer alla batteria su due tracce, la moglie di Ed, Gita Langley, al violino e la di lei sorella, Amy Langley, al violoncello.
Monochrome To Colour è carico di rapimenti estatici. È stato realizzato con una interessante miscela di strumenti, antichi e moderni. C’è un piccolo pianoforte a coda Hopkinson del 1910 e persino un dulcitone, una stranezza del diciannovesimo secolo in cui i martelletti colpiscono una serie di forchette. “Strumenti vecchi e rotti mixati con software moderni,” dice Ed. Questi ultimi sono rappresentati da droni digitali oltre all’emulazione computerizzata dell’Hammond Novachord, un sintetizzatore vintage.
Attingendo occasionalmente ad alcune ispirazioni tipiche di Ed – Mozart, Beethoven e Debussy accanto a Satie, Mac Richter e alle colonne sonore di Nick Cave e Warren Ellis – ci sono anche un paio di intermezzi noir, ma l’umore distintivo dell’album è una sorta di euforia iper-reale. La title-track echeggia la “Chariots Of Fire” di Vangelis...