Il nucleo centrale dei Gastr del Sol origina dalla dissoluzione dei Bastro (David Grubbs, voce, chitarra; Bundy Ken Brown, basso; John McEntire, batteria) e si arricchisce della variabile di Jim O'Rourke che, nei due EP a cavallo della metà dei Novanta, entra stabilmente nell'ensemble che, nel contempo, perde Brown.
Mirror Repair conferma la propensione dei Gastr del Sol per una musica da camera soffusa e stranita, quasi una distillazione lentissima del math rock dei Bastro, ridotto ai minimi termini e arrangiato con sobrietà estrema; solo nella concitatissima “Dictionary Of Handwriting”, peraltro, risalta palesemente tale ascendenza. In “Photographed Yawning”, “Why Sleep” o nell'eponima “Mirror Repair” (con l'assenza delle percussioni), invece, le parti di chitarra rimandano, come nell'opera maggiore di Grubbs, The Thicket, al maestro John Fahey; in “Eight Corners” è il pianoforte a sostituire la chitarra; e se in Mirror Repair è il misterioso intervento delle tastiere a rompere la distensione dello strumento guida, qui tale ruolo è assolto dai fiati: “Kammerspiel”, come detto, il cui tono dominante è quello d'una aristocratica rarefazione.
L'unica composizione del secondo EP, l'eponima “Harp Factory On Lake Street” (17'12''), è un mostro tricipite: ad una prima parte, di circa otto minuti, nettamente distinta nell'ispirazione, in cui dominano le dissonanze dei fiati alternativamente sommesse ed enfatiche, succede una distesa, ma periclitante parte per voce e pianoforte, quindi un assolo, sempre di pianoforte, che si sconnette progressivamente sino al limite del rumorismo. Forti echi di Rock Bottom.
Due opere non omogenee, frutto delle ispirazioni di O'Rourke e Grubbs, che andranno divaricandosi sempre più nonostante la pubblicazione di altri lavori notevolissimi (Upgrading And Afterlife su tutti).