In un mondo musicale che spesso si è arreso alla produzione di musica di plastica e cantata “per finta”, avere con noi Warren Haynes è una gioia e un privilegio colossale.
Il chitarrista e cantante statunitense si è sempre mosso tra blues, funk e southern rock, e dobbiamo necessariamente citare gli Allman Brothers degli anni Novanta e Duemila, rivitalizzati dal suo tocco e da quello del “fratello di sei corde” Derek Trucks, e quella creatura meravigliosa e intensamente caotica chiamata Gov't Mule, ma può semplicemente essere definito come un musicista che mette il “soul” in ogni cosa che suona e canta, come facevano i suoi colleghi negli anni Sessanta e Settanta.
Per questo motivo, una sua uscita solista non è mai da archiviare con velocità o non va sottovalutata, anche perché in quarant’anni di carriera i dischi a suo nome sono soltanto quattro, compresa questa novità appena uscita. Chi scrive è sicuramente e particolarmente affezionato a Tales of Ordinary Madness, il suo debutto del 1993, uscito senza grande pubblicità e ancora oggi un capolavoro rock blues che mette in musica le storie disperate di un’America intensamente bukowskiana, ma non può lasciare indietro nemmeno questo Million Voices Whisper, in cui ritroviamo una persona matura ma che ha ancora molto da dire sotto forma di canzoni.
Non vi è un filo conduttore preciso nello storytelling di questo album, a parte la decisione di suonare in modo rilassato, compassato ma mai noioso o accademico. Il mondo Allman viene rievocato grazie al recupero di una “Real, Real Love” iniziata da Gregg Allman e terminata ora da Haynes, che si avvale dell’attiva cooperazione del già citato Trucks in tre brani che non mostrano nessun effetto nostalgia, ma la volontà di portare avanti una testimonianza forte e chiara di una musica fluida, intensa e mai banale.
Ad accompagnare Warren in queste nuove undici tracce, abbiamo musicisti nobilissimi come John Medeski alle tastiere, il batterista Terence Higgins (della Dirty Dozen Brass Band) e il bassista dei Gov't Mule Kevin Scott, e oltre a Derek Trucks possiamo ascoltare la dolce voce soul di Saundra Williams nella sussurrata “This Life As We Know”, cifra stilistica di un album che accarezza e abbraccia come se ci volesse proteggere dalla vita più spietata e crudele, in un paesaggio autunnale e tenue che si spezza nella denuncia sociale di “Day of Reckoning”, orchestrata e messa in scena grazie al contributo dei sodali Lukas Nelson and Jamey Johnson.
Million Voices Whisper sta tutto qui, in una copertina old style, dove Warren decide di non guardare in camera ma di lasciare totale spazio alla sua arte, che corre anche se sembra camminare con passo calmo e flemmatico, in una sorta di gospel dell’anima che si insinua lentamente nei nostri pensieri e nei nostri ascolti quotidiani. E scusate se insisto ancora sul concetto di un disco che è suonato veramente da cima a fondo, dove l’aspetto “jam session” si fonde con melodie sempre fresche e suadenti, mai rivoluzionarie ma sempre efficaci.
Mister Haynes non vuole cambiare la storia della musica, ma solo renderci la vita un po' più leggera.