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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
14/04/2025
Live Report
Michael Gira & Kristof Hahn, 13/04/2025, Spazio Teatro 89, Milano
Un’esperienza diversa da un normale concerto degli Swans, ma allo stesso tempo non così troppo distante, quella di vedere sul palco Michael Gira e Kristof Hahn, che a Milano hanno calcato il versatile palco dello Spazio Teatro 89. Veste scarna, nessuna melodia, nessuno spiraglio di luce: letali e carismatici.

Il nuovo disco degli Swans, Birthing, uscirà solo il 30 maggio e ne sappiamo già parecchio: sette canzoni, 115 minuti di durata, sarà tanto per cambiare un doppio (è il sesto di fila con questo formato) e costituirà, a dispetto del titolo, l’ultimo atto di quel “big sound”, per usare le parole di Michael Gira, che ha definito l’identità della band negli ultimi quindici anni.

Che cosa diventeranno gli Swans dopo questo giro di boa non è dato saperlo, anche se il commento dello stesso frontman per cui in futuro il gruppo sarebbe stato “ridotto in modo significativo” indurrebbe a pensare a una versione più spoglia ed essenziale.

Chissà se questi spettacoli che l’artista di Los Angeles sta portando in giro col suo fido chitarrista Kristof Hahn, potranno darci in qualche modo la misura di quel che accadrà. Non inganni troppo la dimensione a due della line up: gli Swans dal vivo sono sempre esplosivi e le dimensioni degli amplificatori sistemati sul palco non sembrano certo rimandare alla dimensione intima di uno show acustico.

La venue prescelta, lo Spazio Teatro 89, è al contrario uno dei posti più versatili che ci siano a Milano, visto che ospita da sempre una programmazione che spazia dall’Americana alle proposte più ardite in ambito di Jazz contemporaneo o musica sperimentale tout court.

 

L’affluenza è più che buona, cosa che non stupisce, dato che la band dalle nostre parti ha sempre avuto un seguito di tutto rispetto. In platea sono state sistemate le sedie, ma non è un particolare che significa molto: negli ultimi anni Gira e compagni si sono sempre esibiti in posti che avevano molto poco a che fare con la loro musica (l’ultimo di questi, emblematico, la Sala Verdi del Conservatorio di Milano) e non si sono mai fatti troppi problemi nel far alzare in piedi la gente e ad accalcarla sotto al palco.

Questa volta, però, sarà diverso. Kristof Hahn sale sul palco da solo poco dopo le 21, si dirige alla sua lap steel e comincia timidamente ad accennare qualche nota, costruendo gradualmente quei paesaggi sonori inquietanti e tenebrosi che caratterizzavano soprattutto lavori come The Seer e To Be Kind. Pattern ripetitivi e ossessivi, denso fluire di una melodia atonale che ipnotizza e che prepara l’ingresso, dopo una ventina di minuti, di un Michael Gira straordinariamente compassato, che si presenta tranquillo col bicchiere in mano e prende posto al centro dello stage imbracciando la chitarra.

 

Da qui in avanti il concerto si snoderà sui brani degli Swans, quasi tutti provenienti dall’album in uscita. Nessuna batteria, nessun muro di suono, nessuna distorsione: il suono delle chitarre è pulito, con Gira che insiste su accordi monotoni e reiterati, mentre Hahn riempie i vuoti con la sua lap steel lavorando nel creare orchestrazioni minimali dal sentore inquietante.

Nonostante la veste più scarna, non c’è nessun accomodamento, nessuna pacificazione: i brani (tra cui ascoltiamo anche il singolo “I Am a Tower”, l’unico episodio già pubblicato) suonano tutti come delle litanie oscure, con la voce salmodiante del cantante che declama testi affidati a linee vocali volutamente monocordi e ripetitive. Nessuna melodia, nessuno spiraglio di luce, quel che ci troviamo di fronte è un’incarnazione del gruppo meno imponente ma altrettanto letale, e l’impressione che si ricava dal nuovo lavoro è che si muoverà esattamente sulla falsariga del precedente The Beggar, sia per la lunghezza delle composizioni sia per le atmosfere evocate.

 

I due appaiono nel complesso rilassati e a proprio agio: Gira si arrabbia nelle prime battute con un fan che lo sta riprendendo col telefonino, ma poi si calma e sembrerà non non notare i coraggiosi delle prime file che continueranno imperterriti a fare filmati, avendo solo cura di tenere l’aggeggio un po’ più basso. Al di là di questo, però, il mastermind degli Swans è di buon umore, sorride spesso (evento più unico che raro) ed interagisce, seppur in maniera minimale, coi presenti, scambiando anche qualche battuta e sguardo complice con Hahn, che mostra anche lui di divertirsi parecchio.

Tra le cose conosciute arrivano “It’s Coming It’s Real”, il classico recente “A Little God in My Hands”, nonché la ben più datata “Failure”, che chiude la performance con un tocco depressivo in più.

In precedenza, un altro momento rilevante era stato “You Will Pay”, un brano che Gira porta in giro da anni nei suoi concerti da solista, ma che al momento non è ancora stato pubblicato. Unico episodio del set in cui è da solo con la sua chitarra (Hahn rimane sul palco ma non suona), la traccia è caratterizzata da sonorità Folk che la rendono diversa dal resto del materiale proposto, anche se il mood generale non può certo dirsi confortante. In coda, parte dello stesso brano o forse no, arriva anche una sorta di poesia, declamata in modo enfatico e densa di immagini crude e violente, come è del resto spesso tipico del suo modo di scrivere.

 

Un’esperienza diversa da un normale concerto degli Swans, ma allo stesso tempo non così troppo distante. Se da un lato è evidente che godere della band al completo risulti impagabile, anche in questo contesto “ridotto”, l’intesa tra i due e il carisma assoluto di quell’incredibile artista che è Michael Gira, hanno saputo fare la differenza.

Aspettiamo il disco e l’inevitabile tour, a questo punto. Poi vedremo cosa ci riserverà il futuro.