Negli scorsi anni ‘80 una visita nei negozi di dischi usati nel nord America alla voce Lou Reed (o a quella Velvet Underground) frequentemente conduceva a un dato inequivocabile: numerose copie di Metal Machine Music invendute.
La stupida leggenda vuole che nessuno lo avesse mai ascoltato per intero.
Non è vero.
Lo hanno ascoltato in tanti.
Io e il mio amico GG ascoltavamo il D-side dopo la mezzanotte, mentre lui finiva di prepararsi per un after-hour o simile (io avevo l’auto e passavo a prenderlo).
Il quarto lato della edizione USA perché la traccia è un endless groove.
A parte la mia copia USA in vinile, nel tempo ho comperato tre edizioni in CD di Metal Machine Music, l’ultima (forse è un DVD audio) quella santificata da Lou Reed.
Il che significa che esiste mercato per Metal Machine Music ed infatti esiste anche una versione dal vivo.
Ecco allora che nell’ambito del “simpatico gioco del recensore censore solo quando rischia poco”, nell’inverno del 2011 certa stampa non specializzata stroncava Lulu album di Lou Reed cum Metallica.
Dopo sei anni, non lo ho ancora ascoltato, però temo che qualche piccolo pregiudizio da sindrome di Metal Machine Music sia in agguato.
La conclusione è agevole: fidatevi, seppure non del tutto, solamente di coloro che in parte condividono i vostri gusti musicali.
Certo qualcuno dirà che non è facile far risorgere Lester Bangs. Allora non leggete le critiche.