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REVIEWSLE RECENSIONI
12/06/2024
Mace
Maya
Mace ha radunato in un casolare nelle campagne toscane molti artisti italiani per creare un album frutto di collaborazione e comunione tra loro. Il risultato di questo esperimento è Maya, pubblicato grazie ad Island Records e Universal Music Italia Srl, che porta l’ascoltatore in un vero e proprio viaggio.

Mace, pseudonimo di Simone Benussi, è uno dei produttori più importanti della scena musicale italiana. La sua carriera da dj inizia con il collettivo RESET! nel 2017, che pubblica Future Madness, dall’anima elettronica. Nel 2021 pubblica Obe, uno degli album più ascoltati dell’anno, e nel 2022 Oltre, una totale immersione nella sua visione del suono e della musica.

Nel 2024 arriva invece Maya, che rappresenta una nuova pagina nella storia musicale di Mace. Tra gli elementi salienti della musica del produttore milanese, ciò che è più affascinante è che Mace non è mai uguale a se stesso: l’evoluzione che sperimenta nella sua vita si riflette costantemente nel suo lavoro, facendo così della sua arte non un prodotto, ma piuttosto una creatura, che nasce e si sviluppa da ciò che è vivo nel suo intimo.

 

La prima traccia del nuovo album è “Viaggio contro la paura”, in cui la voce di Joan Thiele apre le danze senza lasciare dubbio sul fatto che quello che aspetta l’ascoltatore è un viaggio, esattamente come suggerisce il titolo del brano. Maya si conclude, invece, con “Il Velo di Maya”, 8.07 minuti di soli strumenti in cui Mace sembra suggerire, tra le righe, di chiudere gli occhi per un attimo e farsi trasportare dal suono, frutto di un’unione tra strumenti diversi, in cui ognuno gioca un ruolo fondamentale.

Durante il percorso, si alternano e si susseguono alcuni degli artisti più rilevanti del panorama musicale italiano: oltre alla già citata Joan Thiele, Gemitaiz, chiello, Coez, Izi, centomilacarie, Kid Yugi, Franco 126, Marco Castello, Ele A, Frah Quintale, Venerus, Altea, Tony Boy, Guè, Noyz Narcos, Marco Mengoni, Rkomi, Bresh, iako, Salmo, Fabri Fibra, Vins, Fulminacci, Ernia, Digital Astro, Cosmo, Rare?. Questi nomi, insieme, hanno creato un mosaico che sembra perfetto se lo si guarda da lontano; un'armonia generale data proprio dalla diversità degli elementi che lo compongono e dall’abilità e genialità del direttore, Mace, che ha indicato la via. Già dal citato primo brano dell’album è possibile apprezzare questa caratteristica, poiché la voce sottile di Joan Thiele è mescolata con quella graffiante di Gemitaiz: se all'apparenza potrebbero stridere tra loro, all’ascolto creano una combinazione ideale.

 

Ciò che è più interessante è forse però quale fosse il progetto di Mace, lo scopo a cui voleva arrivare, ma anche il metodo che voleva utilizzare. In più di un'intervista il produttore racconta il percorso che lo ha portato fino a Maya e come ha voluto coinvolgere gli artisti nella realizzazione dell’album, che da ospiti sono diventati protagonisti nella sua creazione. Ognuno di loro non ha solo giocato il ruolo di esecutore, ma tutti hanno dato il loro particolare e irripetibile contributo, mettendo a disposizione la propria unicità.

Maya ha preso vita e forma in un casolare situato nelle campagne toscane, in cui gli artisti hanno convissuto e collaborato per tutto il tempo, 24 ore su 24. L’unione tra loro e l’immersione nella natura ha permesso di abbandonare le inibizioni e realizzare una comunione personale, che ha portato ad una vera e propria espressione artistica.

Tutto ciò che riguarda Maya, dal pensiero alla costruzione pratica, racconta di tuffo nell’interiorità degli attori, passando attraverso la musica. 

 

Mi sono chiesta cosa avrei fatto io se avessi avuto il talento e gli strumenti di Mace, chiedendomi se anche io avrei chiamato a collaborare gli artisti più in voga della scena italiana, rendendo popolare un viaggio che avrebbe potuto essere per pochi affezionati ascoltatori. Credo sia proprio questo il merito di Mace: avere la possibilità di creare musica per pochi, ma creare musica per tutti, alzando però il livello e la qualità di ciò che solitamente si ascolta e associa alla musica “pop”. Mace è pop, cioè popolare nel vero senso del termine, tanto è che questa parola torna ad assumere non più il significato negativo a cui spesso viene associata, ma il suo significato più alto, cioè “del popolo, che appartiene al popolo”.

Maya, dunque, non delude le aspettative, accendendo anzi la curiosità sui prossimi passi che Mace percorrerà nel suo percorso di vita e su come questi prenderanno forma nella sua musica.