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REVIEWSLE RECENSIONI
16/06/2022
Malevolence
Malicious Intent
Il devastante terzo album dei britannici Malevolence, brutale simbiosi fra dinamismo groove e ferocia metalcore.

Dopo due album notevoli, Reign Of Suffering (2013) e Self Supremacy (2017), che sono valsi ai Malevolence lo status di giovani promesse del metal, la band britannica, originaria di Sheffield, torna sulle scene con un terzo lavoro che, non solo ha tenuto fede alle aspettative, ma che rappresenta un ulteriore passo verso l’alto di una discografia inappuntabile.

Un disco, Malicious Intent, di altissima qualità, che definisce ulteriormente lo stile di una band capace fino ad oggi di proporre con idee e intelligenza una musica brutale e declinata con giovane spavalderia. Un suono immediatamente riconoscibile che, però, non fa mistero delle proprie radici, innestate nel fertile terreno groove degli anni ’90 e nei riff caotici e pesanti mutuati dalla tradizione metalcore. E così, la band britannica, pur mantenendo un proprio codice identificativo, si pone in un’ipotetica terra di mezzo in cui sono accampate le armate dei Pantera e dei Trivium, solo per citare due dei riferimenti più lampanti (e non è un caso che Matt Heafy dei Trivium compaia nell’oscura e devastante "Salvation").

Non sorprende, quindi, che nove dei dieci brani in scaletta colpiscano l’ascoltatore con la stessa forza letale di una mazza da baseball sul cranio, tra voci ringhianti, riff serratissimi, ritmica esplosiva, senza, tuttavia, dimenticare, qui e là, di suggerire anche qualche gancio melodico dall’oscuro potere antemico ("Above All Else").

Una brutalità imperante, ma non fine a se stessa, perché queste canzoni, oltre a esprimere una grande consapevolezza su quelli che sono i riferimenti stilistici, testimoniano un approccio non lineare alla scrittura (i cambi tempo e la struttura a frammentazione della title track) e la capacità di creare una perfetta creatura simbiotica fra dinamismo groove e ferocia hardcore (la devastante "On Broken Glass").

A far da spartiacque nel magma ribollente di Malicious Intent, a metà album, compare anche un inaspettato e suggestivo rallentamento della tensione; e così, quando parte "Higher Place", una virile ballata dagli accenti epici, si comprende come i Malevolence siano una band capace anche di giocare dall’altra parte del campo, dove la forza bruta lascia il passo a una melodia tanto scorticata quanto avvincente e irresistibile.

Groove, hardcore o metalcore, poco importano le definizioni: i Malevolence possiedono un’identità ben precisa, e una passione e un’attitudine che faranno breccia nel cuore di tutti coloro che amano le sonorità più estreme. Se l’heavy metal, oggi, è un genere ancora in salute, con milioni di adepti sparsi in tutto il mondo, lo si deve proprio a band e ad album di questa caratura.