Dopo il disco Tucker, pubblicato l’anno scorso sempre per la label Vulcano, e dopo due collaborazioni nella quale Belissimo mostra tutta la sua esperienza e maestria nelle produzioni elettroniche (vedi Femme di Francesca Michielin e Amarena di Frah Quintale, che produce insieme a Ceri) la firma nelle sue creazioni inizia ad essere decisamente riconoscibile: beat sempre coinvolgenti, composti da una sapiente alchimia tra la linea di basso e il drum beat, e riff che si ispirano molto spesso al mondo house e dance elettronico.
Questa infatti era l’aspettativa nell’approcciare il suo nuovo disco, Maison Belissimo: groove coinvolgenti e mondi dance/house.
Fin dalla prima traccia, “Tutta Moda”, capisco che non vengo smentito. Mi rendo però conto che c’è molto di più: un mondo sonoro fatto di synth, tastiere e chitarre molto anni ’80 decisamente inaspettato.
Tutto il disco si divide tra due mondi sonori leggermente diversi ma collegati: da una parte suoni e beat caratteristici della disco-funk anni ’70/’80 e del funk elettronico (un po’ alla Prince o come alcune produzioni di Madonna), vedi “Effetto Notte”, “Centocelle Nightmare” e “Disco Eccezionale”; dall’altra parte il mondo della house anni ‘90/2000, che si può sentire in “Maison Belissimo e in “L’italiano Fantastico”.
Altro aspetto rilevante del disco le collaborazioni che vi compaiono: quasi tutti i brani ne hanno una ed è interessante vedere come Bruno riesce a valorizzare l’ospite in ogni traccia, creando sempre qualcosa di unico. È forse per questo motivo che, sebbene i mood delle canzoni siano tutti molto simili, hanno sempre qualcosa di speciale. Gli ospiti presenti sono: Francesco De Leo, Tatum Rush, North Of Loreto, Le feste Antonacci, Funk Rimini e Kuntessa.
La parte più interessante del disco, però, risulta quella disco-funk. Un brano come “Disco Eccezionale”, ad esempio, è davvero intrigante: presenta subito un groove lento, travolgente e inesorabile, di circa 110 bpm, creato da una batteria con il charlie in levare e un basso che fa un giro che svela subito la bravura di Bruno con lo strumento (non per niente ha suonato il basso nel tour di Egomostro di Colapesce e qualche anno dopo ha esordito pure nella band di Frah Quintale). Ma è dopo questo beat che arriva la parte interessante, cioè un pacchetto di synth e tastiere che pescano a piene mani dal funk degli anni ’80, con delle voci che ricordano tantissimo “Je Vulesse” dei Nuova Guinea. Non mancano inoltre, come accennavo prima, anche le “citazioni sonore” a Prince e Madonna, che si sentono molto presenti.
Con questo Maison Belissimo si può quindi dire che abbiamo a che fare con un disco davvero ben fatto, dal sound design curato e dal beat davvero travolgente, in cui sarà impossibile non ballare (anche se ancora per ora solo in casa).
Unico nota bene, a mio parere essenziale: vi consiglio ascoltare il disco con delle buone cuffie o un buon impianto, che dia respiro alle frequenze basse. Questo non solamente perché così ve lo godrete di più (è svilente per un artista vedere che, dopo tutto il duro lavoro, i propri brani spesso vengono ascoltati in mono dalle casse del telefono), ma anche perché delle cuffiette piccole ed economiche non sarebbero in grado di dare il giusto spazio al mix, che si sentirebbe altrimenti un po’ sballato e con le voci un po’ troppo inserite dentro; una sensazione che invece non si avverte con un buon impianto.