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REVIEWSLE RECENSIONI
18/03/2021
Venerus
Magica Musica
Insomma, tanta ciccia sulla brace e vi dirò che mi è bastato un ascolto per capire che ci troviamo davanti ad un esordio straordinario, ma vi avviso che i ripetuti ascolti di Magica Musica vi intrappoleranno in un microcosmo psichedelico e spirituale dal quale ne uscirete trasformati.

Chissà se Andrea Venerus, in arte Venerus, non abbia trovato il cavallo di Troia, con all’interno al posto dei soldati greci, una legione di artisti e produttori hip hop e trap, per riuscire a fare ascoltare della musica soul contemporanea ai ragazzi anagraficamente giovani, dacché nutro poche speranze per chi abbia già un’età più vicina alla pensione che non al diploma di maturità.

Ah già, per questi Venerus ha comunque riservato il brano “Lucy”, in perfetto stile retrosoul, pieno di rimandi a cieli con i diamanti e al Sergente Pepper’s di beatlesiana memoria di cui golosamente si nutre l’artista milanese, e qui finalmente veleggio raggiante, pieno della mia convinzione che sia più che sufficiente un brano, fatto bene, che non una teoria di album pieni di canzoni registrate, udite udite, come se fossimo in uno studio scalcinato nel sud della Louisiana in piena era segregazionista.

Basta un brano, sì, grazie, perché per tutto il resto siamo con i piedi ben piantati nell’anno di (dis)grazia 2021.

Nativo di Milano, trasferitosi a Londra per cinque anni dove il nostro, dopo un corso di chitarra in una accademia di musica contemporanea, decide di averne abbastanza e preferisce andarsene in giro per Notting Hill e Brixton per una immersione totale nei suoni black, decidendo così di mettersi a scrivere da autodidatta.

Finita l’esperienza londinese se ne ritorna a Roma, dal padre che tra l’altro è un appassionato di jazz e in particolare di Mingus, e qui già abbiamo un piccolo indizio su come si dipanerà la futura carriera di Venerus.

No, non è che si è messo a suonare jazz pure lui eh, ma da qui se ne partirà per un viaggio fatto di vibrazioni black che dopo due più che discreti EP, usciti nel 2018 e 2019, approda oggi al primo lavoro su lunga distanza.

Magica Musica è forse davvero il cavallo di troia giusto che arriva nel momento giusto per rompere le difese degli ultras del trap e basta.

Intanto si è preso un produttore del calibro di MACE, che produce 12 dei 16 brani che compongono il disco (un’ora e cinque minuti di pura goduria badass sooouul e non solo), si è circondato di alcuni tra i più centrati artisti hip-hop, quali Frah Quintale e la sua spiritualità soul, RKomi, artista che spazia sulla fascia come un redivivo Garrincha tra pop e rap, Gemitaiz è l’hip-hop e ho detto tutto, e i Calibro 35 per alimentare il fuoco jazz-funk, che non troviamo nella già citata “Lucy”, ma bensì nella intensa “Sei Acqua”.

Insomma, tanta ciccia sulla brace e vi dirò che mi è bastato un ascolto per capire che ci troviamo davanti ad un esordio straordinario, ma vi avviso che i ripetuti ascolti di Magica Musica vi intrappoleranno in un microcosmo psichedelico e spirituale dal quale ne uscirete trasformati.

Oserei dire che quasi sicuramente il disco è stato pensato e vissuto di notte, lo evinco dalle atmosfere materiche e oniriche che respiriamo in ogni canzone: solo chi ama vivere la notte può riuscire a concepire un siffatto lavoro, poi magari mi sbaglio, ma lasciatemi l’arroganza di pensare che sia così.

Un album stratificato da tanta sostanza in forma di ricercatezza e accuratezza nelle soluzioni sonore, una produzione a livello internazionale che anche a causa di rimandi per effetto del Covid, è andata a intersecarsi con l’album di MACE, dove anche lì possiamo ascoltare dei brani fatti in collaborazione con Venerus; poco male, così godiamo di più.

Al momento in cui scrivo, pare che la soluzione cavallo di Troia abbia fatto breccia; Magica Musica è uno dei dischi più ascoltati, streamerati o come cazzo si dice, del Belpaese, vedi tu che ancora un refolo di speranza aleggia su questo disgraziato suol natio.

C’è chi ha detto che al disco manca un singolo spacca classifiche, boh, vabbè, ma chi se ne frega; qui abbiamo un ora in cui si spazia ovunque nell’universo black CONTEMPORANEO, con annessi e connessi, con brani, anche quelli più immediati di una profondità assoluta, e c’è spazio anche per reminiscenze ambient al confine con la spiritualità, assoli di chitarra che - ad alcuni magari parrà una bestemmia ma vi assicuro che non è così - mi riportano a Prince.

Bello, bello e ancora bello, un artista, Venerus, come un viaggiatore cosmico che ci accompagna in un trip interstellare a bordo di un pentagramma.

P.s. Intanto mio figlio mi ha testé detto: “come mai ascolti questa roba” come se fosse solo sua. Dai, dai, che il cavallo di Troia funziona davvero.


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