Cerca

logo
TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
Mad World
Tears For Fears
1983  (Mercury)
POP
all TRACKS
15/01/2024
Tears For Fears
Mad World
Il primo grande successo commerciale dei Tears For Fears è una canzone dal testo tristissimo, che parla di depressione e, forse, suicidio

Seconda traccia da The Hurting, album d’esordio dei Tears For Fears datato 1983, Mad World parla di un giovane depresso che non trova il suo posto nel mondo, percepisce la propria vita come vuota e cerca in tutti i modi di sfuggire al dolore.

Uno dei versi più intensi del testo recita "i sogni in cui sto morendo sono i migliori che abbia mai avuto", il che suggerirebbe che il giovane protagonista cerchi di lenire il proprio dolore perdendosi in pensieri suicidi. Questa interpretazione, tuttavia, fu smentita dallo stesso Roland Orzabal, autore del brano, il quale spiegò che quel verso così disperato nasceva da una tesi dello psicologo Arthur Janov, secondo cui i nostri sogni più drammatici ci permettono di scaricare parte della tensione che ci opprime. In tal senso, il ragazzo della canzone non sta necessariamente cercando di morire; anzi, risvegliandosi dai suoi sogni più morbosi, riesce finalmente a stare meglio. Quale che sia la verità, il testo di Mad World resta comunque tristissimo. C'è, infatti, una sorprendente dissonanza tra la musica allegra del brano e le parole cantate, un elemento tipico, questo, di molte canzoni dei TFF, che giustapponevano liriche intense alla leggerezza del pop.

La canzone, dicevamo, fu scritta da Roland Orzabal, quando viveva in un appartamento a Bath, in Inghilterra, con la sua ragazza, Caroline, che in seguito divenne sua moglie. Ai tempi, Orzabal era ancora ben lontano da diventare una rockstar, e sbarcava il lunario facendo piccoli lavoretti, che gli permettevano, comunque, di dedicarsi alla creazione della sua musica. Il cantante passava molto tempo strimpellando la sua chitarra acustica mentre guardava fuori dalla finestra, osservando le vite degli altri, di quelle persone che si affannavano per andare al lavoro al solo scopo di sopravvivere.

Fu questo lo stimolo principale per comporre il brano, che fu, però, musicalmente ispirato da Girls On Film dei Duran Duran. Orzabal voleva scrivere una canzone che suonasse più o meno nello stesso modo, ma quando compose Mad World, lo fece con la chitarra, e il risultato, a suo dire, fu pessimo. Così si recò da un amico, Ian Stanley (che poi divenne il tastierista dei TFF) il quale aveva un synth e una drum machine, che diedero una nuova veste al brano.

Ma anche così il risultato non era soddisfaciente, perché Orzabal riteneva la propria voce inadatta al mood depresso da Mad World. Pertanto, propose a Curt Smith di cimentarsi al canto, e questa volta fu trovata la quadra. Smith, riuscì a connettersi con la melodia nel modo giusto, perché riusciva a identificarsi alla perfezione con il protagonista delle liriche. Ai tempi, Smith era un adolescente ribelle, che aveva da poco perso il padre e provava rabbia nei confronti della vita, e la sua voce, più cupa, più malinconica, era perfetta per esprimere il disagio esistenziale che Mad World esprimeva.

Il brano fu il primo grande successo dei Tears For Fears nel Regno Unito, dove in poco tempo divenne una delle band più amate del decennio, ma negli Stati Uniti il brano fu un completo flop. Poco male, perché la bellezza di Mad World sopravvisse allo scorrere del tempo e tornò alla ribalta quasi vent’anni dopo, quando Gary Jules ne fece una cover per il film Donnie Darko. Il cantante americano, infatti, ne registrò una versione più lenta e struggente, che rispecchiava maggiormente il mood malinconico del brano. Il regista del film, Richard Kelly, in realtà, voleva inserire nella colonna sonora il brano degli U2, MLK, ma non poteva permettersi di pagarne i diritti. Quando Jules, con l’aiuto del compositore Michael Andrews, fece ascoltare a Kelly, senza molte speranze, la sua rilettura di Mad World, il regista rimase folgorato e usò la stessa demo per il film, senza alcun ulteriore ritocco.

Questa differente intepretazione non solo trovò consensi anche in America, ma divenne un autentico tormentone in Inghilterra, dove conquistò la prima piazza nel 2003. Se Smith, pur apprezzando lo sforzo di Jules, criticò qualche discrepanza con il testo originale, Orzabal ne fu entusiasta, definendo la prima posizione della cover nelle classifiche inglesi come il momento più glorioso di tutta la sua carriera.