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L’ultima cosa bella sulla faccia della terra
Michael Bible
2023  (Adelphi)
LIBRI E ALTRE STORIE
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27/11/2023
Michael Bible
L’ultima cosa bella sulla faccia della terra
"L’ultima cosa bella sulla faccia della terra", il romanzo d’esordio di Michael Bible, è un libro bellissimo. Una storia breve ma intensa, scritta in modo magistrale. Un racconto corale che accompagna il lettore nella vita di Iggy, rinchiuso nel braccio della morte in attesa di esecuzione, perché colpevole di aver ucciso di 25 persone.

"Il primo giorno della mia ultima settimana sta finendo. Sono pronto. Sapevo che sarebbe arrivato il momento. Rimpiango il futuro che non conoscerò mai. Sogno un giorno di vedere il mondo dall’alto. Sogno di gridare il mio nome nella valle".

 

Ci sono libri che una volta finiti hanno il potere di tenere il lettore in uno stato di sospensione, perché già sa che quelle pagine gli mancheranno terribilmente e che, inevitabilmente, prima o poi, ritornerà a sfogliarle, per immergersi nuovamente nella suggestione di parole capaci di creare immagini e stimolare riflessioni e pensieri profondi. L’ultima cosa bella al mondo, il primo libro del giovanissimo e talentuoso scrittore del North Carolina, Michael Bible, è uno di questi.

 

Il racconto, di tipo corale, è suddiviso in quattro capitoli, ed è ambientato nella piccola cittadina di Harmony, nel sud degli Stati Uniti. Un luogo come tanti, noto soprattutto per essere il primo produttore di tabacco nella zona pedemontana degli Appalachi. Ad Harmony non accade mai nulla di eclatante. Le giornate si susseguono pigre, nascono e muoiono sempre nello stesso modo. Sembrano tutte uguali. Tranne una, quella di una caldissima domenica d’estate in cui Iggy, durante la messa, dall’ultima fila si avvia calmo verso il centro della Chiesa, portando con sé una tanica di benzina.

Non vuole fare del male a nessuno, solo a se stesso. Desidera morire tra le fiamme, gridando in faccia a tutti il suo dolore. Ma nel versarsi la benzina addosso, gliene schizza un po’ negli occhi, accecandolo. Il suo amico Johnny, nel frattempo, gli salta addosso nel tentativo di fermarlo, e così, quel fiammifero che stringe tra le dita gli cade. Il pavimento prende fuoco. Iggy sopravvive, mentre 25 fedeli perdono la vita, bruciati vivi.

Così, Michael Bible, nel ricostruire e raccontare quell’evento drammatico che ha inevitabilmente sconvolto l’intera cittadina di Harmony, segnando la vita di molti, si muove tra passato e presente, dando voce allo stesso Iggy, che si trova nel braccio della morte, in attesa della sua esecuzione, e ad altri membri della comunità, che sono stati colpiti direttamente o indirettamente dalla tragedia.

 

A seconda della voce narrante, il punto di vista cambia, ed è sorprendente il modo in cui, in una manciata di pagine, appena 135, questo giovane autore riesca a condurre il lettore nelle vite di tutti i protagonisti che, rispetto alla vicenda, rivestono ruoli differenti. Il risultato è una storia ad ampio spettro, efficace ed avvincente, anche e soprattutto nella sua dimensione più emotiva.

Il personaggio principale è Iggy che, durante i pochi giorni che lo separano dall’iniezione letale, nello scrivere una lunga lettera, simile a un’ultima confessione, ripercorre la propria vita, scava, va a ritroso, e si focalizza su quei momenti che, in un certo senso, hanno fatto da spartiacque tra il “bene” e il “male”, fino a condurlo a quel gesto disperato, a quella tragedia involontaria che ha condizionato in modo definitivo il corso della sua vita e di tutte le altre persone coinvolte. Ad essere ricordati sono la sua infanzia, il tipo di educazione che ha ricevuto, il rapporto con i genitori, con Dio, con le droghe e l’alcol. Il rapporto speciale con Cleo e Paul, le uniche due persone con cui sentiva di avere un legame profondo. “Noi tre avevamo qualcosa in comune. Ci avevano detto che non eravamo come gli altri. Che dentro di noi mancava qualcosa. Diventammo l’uno per l’altro un rimedio contro la noia mortale.”

Tenta di descrivere l’intensità del suo disagio, di quel malessere che da sempre sente strisciare sottopelle. La Costante”, è così che lo chiama Cleo, ed è così che lo chiama anche Iggy. “È una cosa a metà tra uno struggimento continuo e un terrore improvviso. Come un pomeriggio di pioggia con il sole che splende o il ronzio misterioso di una strada deserta di notte”. Si sente in colpa per ciò che ha fatto, al punto che ogni sera, prima di mettersi a dormire, recita i nomi delle persone morte nell’incendio e implora misericordia, nonostante sia consapevole di non meritarla.

 

Bible è abilissimo nel dare voce a Iggy, perché pur non ricorrendo ad alcun ricatto emotivo nei confronti del lettore, riesce a costruire un personaggio affascinante, profondo, tormentato, vero. Portatore di un malessere in cui ci si riesce quasi a specchiare. Iggy è il carnefice, certo, ma è anche la vittima. Vittima del sistema e di una società bigotta, crudele, spietata, falsa, respingente, incapace di accogliere tutti allo stesso modo, soprattutto i “diversi”, gli ultimi, i meno fortunati, quelli che, semplicemente, vorrebbero vivere senza uniformarsi a regole morali, ipocrite e vuote. Quelli che, senza fare del male a nessuno, vorrebbero provare a essere felici a modo proprio. Chi si erge sul pulpito giudicando, additando e colpevolizzando, non è forse carnefice a sua volta?

L’immersione in questo romanzo è totale, anche quando la parola passa agli altri personaggi, perché ciascuno di loro aggiunge un tassello alla storia comune e a quella personale. Ciascuno si fa portavoce del proprio dolore, del proprio punto di vista. Vite che si incastrano in altre vite e che prendono strade nuove. Cuori che ricominciano a battere, nonostante tutto, in cerca di un nuovo futuro.

 

Detto assai banalmente, L’ultima cosa bella sulla faccia della terra è un libro bellissimo. Uno di quei libri che si è felici di aver letto, perché è scritto magistralmente, e un po’ di merito va anche alla traduzione di Martina Testa. Una lettura che appassiona, coinvolge ed emoziona. C’è profondità e, allo stesso tempo, una capacità di sintesi notevole. Le frasi sono asciutte, le parole sono sempre giuste, misurate, puntuali eppure, nonostante la totale assenza di “divagazioni”, perché Bible rimane sempre sul pezzo, si respira poesia. Perché Iggy ti entra nel cuore e lo vorresti salvare… Vorresti poter salvare tutti gli Iggy del mondo.

"Amavo due persone allo stesso tempo. Ero ricco e povero, lucido e pazzo. C'erano persone, posti e cose che odiavo e temevo. Mia madre era un'alcolizzata tirannica e mio padre un mostro lunatico. La mia vita era un uragano, cazzo, e una giornata limpida e luminosa. Io sono l'eroe e il cattivo. Sono l'uomo che ha provato a salvarvi."

Sono certa che anche voi resterete sorpresi nello scoprire cos’è, per un condannato a morte, l’ultima cosa bella sulla faccia della terra…