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MAKING MOVIESAL CINEMA
Lucky
John Carroll Lynch
2017  (Wanted Cinema)
DRAMMATICO
all MAKING MOVIES
17/09/2018
John Carroll Lynch
Lucky
Lucky è Harry Dean Stanton, nella sua ultima interpretazione, quasi autobiografica, di certo sentita, visto come aderisce perfettamente al corpo di quel novantenne tutto d'un pezzo e dal cuore d'oro che è il suo personaggio.

Lucky è davvero un uomo fortunato.
Novant'anni e non sentirli, con le abitudini che non lo abbandonano e scandiscono le sue giornate: una sigaretta appena sveglio, un bicchiere di latte, un po' di yoga e poi le parole crociate alla tavola calda del paese. Un giro al supermercato vuoi per le sigarette, vuoi per il latte, un po' di quiz in TV e una telefonata ad un amico, e poi al bar, con gli altri amici, per un bloody mary.
Tutto cambia quando una mattina si alza, e cade.
La sua salute di ferro sembra averlo abbandonato, così come quell'amico che al telefono non risponde più.
Lucky entra in crisi, tutto gli sembra diverso, la morte sembra un fantasma improvvisamente vicino.
Lucky è Harry Dean Stanton, nella sua ultima interpretazione, quasi autobiografica, di certo sentita, visto come aderisce perfettamente al corpo di quel novantenne tutto d'un pezzo e dal cuore d'oro che è il suo personaggio.
C'è aria di piccolo film, di film fatto fra amici, e non a caso fra questi amici che John Carroll Lynch al suo esordio alla regia ha radunato, c'è pure David Lynch (ma no, non sono parenti), che ha consacrato Stanton al cinema e in TV.
E c'è poesia, soprattutto, in questo ritratto semplice e profondo della vita di provincia, in una cittadina in cui ci si conosce tutti per nome, ci si preoccupa per i propri vicini, anche se non si conoscono. Li si va a trovare, li si invita alle feste, ci si commuove al suono di un canto, davanti alla TV e a una canna. Ci si preoccupa pure quando a scappare di casa è una tartaruga. O una testuggine.
Lucky è quindi uno di quei film piccoli, dal sapore d'altri tempi, con protagonista un vecchietto sui generis che si ritrova a dover fare i conti con la sua vita, la sua solitudine e le sue abitudini.
Dai tempi dilatati, costellato di racconti, aneddoti, e piccole e grandi momenti di poesia, è un film che scalda il cuore, e si fa giusto testamento per un attore che non c'è più, ma capace a novant'anni di regalare ancora certe emozioni.