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Lucky Man
Emerson, Lake & Palmer
1970  (Island)
CLASSIC ROCK
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16/08/2021
Emerson, Lake & Palmer
Lucky Man
La storia di Lucky Man, cavallo di battaglia degli Emerson, Lake & Palmer: la fortuna, la morte e il Moog

Il denaro, il prestigio sociale, le onorificenze e il potere magari non daranno la felicità ma aiutano a vivere bene, sicuramente meglio di come vivono tanti esseri umani che si affannano per sbarcare il lunario e restano invisibili agli occhi del mondo. Se uno possiede tutte queste cose è quel che si dice un uomo fortunato, nato con la camicia e destinato a una vita ricca ed emozionante. Salvo che, poi, quando meno te lo aspetti arriva Lei, la morte, la triste mietitrice che non guarda in faccia nessuno e non fa sconti, inarrestabile e spietata. E allora non basta tutto l’oro del mondo né un venerato potere a salvare dal sonno eterno: nessuno è mai abbastanza fortunato da scampare al suo esiziale destino.

E’ questo il tema di Lucky Man, canzone che chiude il disco d’esordio degli Emerson Lake & Palmer (1970) e che fu scritta da Greg Lake per dare sfogo a una “fantasia medioevale” che gli frullava per la testa. Una canzone ambientata lontano nel tempo, nei secoli epici de “le donne, i cavalier, l’arme, l’amore, le cortesie e le audaci imprese”, il cui testo semplice racconta di un ricco possidente, rispettato e amato da bellissime donne, che parte in guerra per ordine del re e viene ucciso sul campo di battaglia: “Vestito di gloria ti ha chiamato la guerra. Per il Re. Il Suo Onore, la Patria e la Terra.  Ma tutti i tuoi soldi, le donne e l'onore non han fermato la palla che ti ha spaccato il cuore”.

La canzone, che una volta pubblicata si rivelò un grandissimo successo, ebbe una gestazione molto lunga. Il brano, infatti, fu scritto da Lake a dodici anni, dopo aver studiato i primi rudimenti di chitarra, fu tenuta nel cassetto per un decennio e quindi, nel 1969, proposta ai King Crimson, band nel quale il bassista/cantante militava, senza tuttavia accogliere i favori degli altri membri del gruppo.

Lucky Man fu quindi portata in dote agli Emerson Lake & Palmer, l’anno successivo: quando il trio si rese conto di non aver materiale a sufficienza per chiudere il disco d’esordio, Lake si ricordò di quel suo vecchio brano. Così si mise a strimpellarla, suscitando, però, soprattutto in Emerson, un tiepido entusiasmo.

Una sera, quando il tastierista era al pub a farsi un paio di pinte, Lake e Palmer si misero a registrarla: prima chitarra acustica e batteria, poi basso, chitarra elettrica e cantato. La coda del brano, però, era vuota, mancava un finale che desse un senso a tutta la composizione, e così Emerson si rese disponibile a provare a ricamarci sopra un assolo di Moog. Mentre suonava, Lake schiacciò il tasto della registrazione, e così quella che doveva essere una semplice prova, divenne la versione definiva del brano, nonostante le lamentele di Emerson, non convinto della bontà del lavoro fatto.

La storia, poi, diede ragione al bassista: Lucky Man, e la triste storia che raccontava, venne pubblicato come singolo, vendette molto bene, soprattutto negli States, e divenne uno dei cavalli di battaglia della band.


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