Con Luca, la Pixar centra di nuovo il bersaglio; seppur lontano dalla profondità espressa in passato con opere capaci di far riflettere in maniera affatto superficiale anche gli adulti, il film del nostro connazionale Enrico Casarosa accontenta proprio tutti: gli spettatori più grandi che inevitabilmente possono trovare nel film quella vena nostalgica che appartiene a molti di noi e che si dimostra capace di riportarci indietro nel tempo, alle estati della nostra infanzia, per qualcuno rievocando addirittura luoghi, colori, sapori, esperienze e sensazioni, per i più piccoli Luca presenta una bellissima favola intrisa di amicizia, accettazione, integrazione e di quelle dinamiche ancora innocenti che caratterizzano i rapporti tra i coetanei dei protagonisti di questo bellissimo film. Il tutto è presentato con un'armonia rara tra i vari elementi tanto da valere a Luca diversi paragoni con la poetica dello Studio Ghibli di Miyazaki, cosa che a parere di chi scrive è uno dei complimenti più belli che un'opera di animazione possa ricevere. Se ci pensiamo le caratteristiche comuni ci sono tutte: una narrazione ad altezza di fanciullo, la presenza preponderante della natura, creature fantastiche, in questo caso marine come in Ponyo sulla scogliera, i valori dell'amicizia, il radicamento nel territorio (la Liguria di un ipotetico paesino che potrebbe stare nelle Cinque Terre), il verde e il blu, la libertà a rotta di collo con immersione negli spazi aperti (come in Conan il ragazzo del futuro), il parallelo tutto sommato non è per nulla campato per aria.
Luca Paguro è un giovane e tenero mostro marino, un pastore di pesci allo stesso tempo affascinato e timoroso nei confronti del mondo di superficie. La sua mamma e il suo papà sono terrorizzati dall'idea che il loro figlio possa essere tentato dal recarsi in esplorazione sulla terra emersa, molto più accomodante sull'argomento la nonna di Luca che in giovinezza deve averne combinata più d'una. L'indecisione di Luca verrà a morire grazie all'incontro con il più audace Alberto Scorfano, un mostro marino appassionato dei cimeli del mondo di sopra, soprattutto della mitica Vespa (siamo nei 50/60) con la quale vorrebbe esplorare il mondo. Alberto nel mondo degli umani è quasi di casa, Luca scopre così che ogni mostro marino passando in superficie può trasformarsi in umano a patto però di rimanere asciutto, l'acqua riporta inevitabilmente i mostri marini alla loro forma originaria. Nel paesino di Portorosso, dove vige un'antica tradizione di caccia al mostro marino, i due bambini conosceranno e faranno amicizia con Giulia, una coetanea di Genova che passa le sue estati insieme al papà pescatore che vive stabilmente nel piccolo e pittoresco borgo. Il sogno di Giulia è quello di vincere la Portorosso Cup, una competizione a squadre che prevede una prova di nuoto, una di ciclismo e una gran mangiata di pasta, finalmente quest'anno con Luca e Alberto avrà un valido team per sfidare Ercole Visconti, bulletto del paese e vera istituzione della Portorosso Cup.
Chiunque sia stato in Liguria può percepire il lavoro eccezionale fatto sulla creazione dei paesaggi e sulla tavolozza dei colori, oltre alla caratterizzazione molto simpatica e accattivante dei vari personaggi, anche questi studiati ad altezza bambino, sono proprio i fondali a riempire gli occhi, il film inoltre gode di un bel ritmo che alterna momenti d'azione a inseriti più riflessivi e commoventi e soprattutto Casarosa, aiutato dal fatto di essere italiano, pur caratterizzando molto il paesino di Portorosso, riesce a non cadere nella pletora di facili stereotipi che probabilmente ci avrebbe propinato un regista straniero ma coglie invece con sincerità tutta una serie di elementi che lavorano proprio sulla vena nostalgica che c'è in ognuno di noi facendoci pensare a tante piccole cose che hanno riempito momenti gioiosi della nostra infanzia (per chi scrive le vacanze in Liguria con i nonni e gli zii, le giornate al mare con i cugini, le focacce in spiaggia, il pesto a pranzo il gelato a merenda e via discorrendo). Ottimo il lavoro sul carattere dei personaggi e sulle dinamiche dei rapporti tra bambini, con la scoperta dell'altro, quel senso di avventura che si può provare solo fino a una certa età, le prime gelosie, i piccoli tradimenti, le riappacificazioni e soprattutto lo spirito dell'infanzia, della scoperta, della partecipazione. Molto riuscito anche il personaggio di Ercole che riesce a essere irritante e divertente allo stesso tempo. Davvero ben studiato questo Luca, un film che può facilmente tradursi in un'ondata di buonumore e in un inno a quelle amicizie che nascono in tenera età e sulle quali chi è più fortunato potrà contare anche negli anni più disincantati dell'età adulta.